È aumentata del 2,3%, a causa della pandemia, la povertà assoluta delle famiglie straniere. Sono 568.000 i nuclei familiari in questa situazione, più di una famiglia su 4, a fronte di un’incidenza del 6% tra le famiglie di soli italiani. È quanto emerge dal XXX Rapporto Immigrazione di Caritas italiana e Migrantes. Negli anni pre-pandemia la povertà assoluta nelle famiglie di soli stranieri si attestava al 24,4% (quasi un nucleo su quattro), in tempi di Covid-19 risulta povera in termini assoluti più di una famiglia su quattro (il 26,7%). I 2.663 centri di ascolto e servizi Caritas dislocati in 193 diocesi hanno aiutato 106.416 cittadini stranieri, il 52% del totale, soprattutto da Marocco (18,5%) e Romania (9,1%). Anche gli stranieri hanno subito un forte contraccolpo a causa della chiusura di molte attività lavorative e sono più esposti ad un rischio sfruttamento. Il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri (13,1%) è superiore a quello dei cittadini italiani (8,7%), mentre il tasso di occupazione degli stranieri (60,6%) è diventato inferiore a quello degli italiani (62,8%). A soffrirne di più le conseguenze, come sempre le donne, “con una riduzione del tasso di occupazione due volte maggiore”. Più colpiti gli occupati in alberghi e ristoranti (25,2% degli Ue e 21,5% degli extra-Ue) e altri servizi collettivi e personali (27,6 % degli Ue e 25,2% degli extra-Ue). Per non parlare del cono d’ombra caduto sulle donne vittime di tratta e sfruttamento a scopi sessuali e lavorativi, divenute ancora più invisibili.