“Il Papa, come è nel suo stile, ci chiede responsabilità, competenza e azioni concrete. Non si tratta solo di richiamare l’attenzione sulla crisi globale del rapporto tra ambiente, ecologia, vita dell’uomo sulla terra. Occorre andare oltre, ci esorta Francesco, perché ormai siamo arrivati ad un punto di non ritorno:
abbiamo sovvertito le leggi dell’ordine naturale rendendo sempre più difficile la vita sulla terra e la vita della terra”.
Vincenzo Buonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense, racconta al Sir le proprie impressioni ed emozioni dopo l’atto accademico per l’istituzione del ciclo di studi sulla “Cura della nostra casa comune e tutela del Creato” e della Cattedra Unesco “On Futures of Education for Sustainability”, che oggi il Pontefice ha presieduto presso l’Ateneo. Oltre a Papa Francesco, all’evento hanno partecipato il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I; Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco; il card. Angelo De Donatis, gran cancelliere dell’Università, e lo stesso rettore.
Un evento, quello odierno, “che in un certo senso – prosegue Buonomo – conclude una settimana apertasi lunedì 4 con l’incontro sull’ambiente in Vaticano ‘Fede e scienza: verso Cop26’, che ha visto scienziati insieme a rappresentanti di diverse religioni e ha prodotto un appello in vista del vertice di Glasgow. Martedì un secondo momento di riflessione con gli stessi rappresentanti religiosi sul Global Compact on Education. Ed oggi una sorta di corollario nel quale confluiscono i due aspetti: l’attenzione all’ambiente, e l’educazione, lo studio e la formazione per acquisire le competenze necessarie affinché questo impegno diventi concretezza di azioni”. E non c’è tempo da perdere per “proteggere la casa comune da ‘azioni scellerate’”, ha affermato il Pontefice”.
Il rettore si sofferma quindi sull’importanza di fare rete: “Oggi il sapere, l’insegnamento universitario e la ricerca vivono e possono essere operativi solo se riescono a fare rete. Intorno al nostro progetto si è strutturato un network fin dall’inizio. Abbiamo coinvolto il patriarcato ecumenico di Costantinopoli, e Bartolomeo I è stato presente non solo oggi, ma anche durante tutto il lavoro preparatorio iniziato scorso 9 ottobre”. Ma oltre “alle Chiese cristiane vi sono anche altre realtà coinvolte e la presenza, oggi, della direttrice generale Unesco lo testimonia, insieme alla volontà dell’Organizzazione di affiancare al progetto di questo nuovo corso di studi e del relativo centro di ricerca l’istituzione di un’apposita cattedra sul futuro dell’educazione alla sostenibilità”. E con una procedura, in questo caso, accelerata, come ha precisato dopo l’incontro, ancora alla presenza del Papa e di Bartolomeo, Audrey Azoulay, spiegando che di norma il processo di istituzione delle cattedre Unesco richiede anni.
Francesco ha voluto inserire questo nuovo corso all’interno del sistema degli studi ecclesiastici. “Una novità assoluta – il commento di Buonomo -. Oltre a teologia, filosofia, diritto, scienze economiche e sociali trovano posto anche le scienze ecologiche e ambientali. Una interdisciplinarietà che esprime lo spirito del sapere e va al di là di qualsiasi credo religioso, o non credo, rivolgendosi a tutti, senza alcuna distinzione”. Il Papa “ha creato questo centro di studi e ricerca nella sua università come punto di riferimento dal quale altri possano prendere ispirazione”.
“L’impegno e la sfida che gravano sulla Lateranense sono immensi
– riconosce il rettore -. Il Papa ce lo ha ricordato nel suo discorso, invitandoci soprattutto ad uscire dalla logica del ‘si è fatto sempre così’ definendola con un’espressione molto forte una logica ‘suicida’. Questo costituisce per noi uno sprone a tentare di intercettare quei bisogni che sul piano educativo a volte non riconosciamo subito; quelle novità e quei passi avanti che ci vengono richiesti per poter essere linfa vitale nel processo di maturazione e formazione culturale delle giovani generazioni”.
Quali saranno in concreto i tempi? “Il nuovo ciclo partirà con l’anno accademico 2022-23 mentre la cattedra Unesco è di fatto da oggi già attiva e inizierà ad operare quest’anno. A questo proposito – la sottolineatura di Buonomo – è stato molto significativo che il Papa abbia voluto firmare di persona la relativa convenzione per rendere la cattedra operativa da subito, anziché delegare questo atto, come di norma avviene, alle autorità dell’Ateneo.
Che emozione ha provato durante l’atto accademico? “L’emozione legata alla consapevolezza di dover portare – condividendolo con altri – il ‘dolce’ peso della realizzazione di un’idea del Papa.Ma mi sono emozionato anche perché non ci aspettavamo la presenza di tante persone. L’atto era stato pensato per i nostri studenti e per i nostri docenti; insomma per noi. Ritrovarsi invece in aula magna oltre 40 missioni diplomatiche accreditate presso la Santa Sede e diversi responsabili del governo centrale della Chiesa fa comprendere di essere parte di una realtà più ampia e più alta”.