“Il Reddito di cittadinanza non va abolito ma riformato affinché sia più efficace nel contrastare la povertà e permettere a chi è caduto in povertà di avere una possibilità di reinserimento sociale”. Lo ha affermato oggi Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà in Italia, durante l’incontro on line per presentare un Position paper redatto da un comitato scientifico di cinque docenti e ricercatori universitari. Il Reddito di cittadinanza, secondo l’Alleanza – che riunisce le principali organizzazioni che lavorano nel sociale – “ha costituito, soprattutto nel corso della crisi pandemica, un argine fondamentale al dilagare della povertà nel nostro Paese. Eppure il dibattito politico intorno a questo strumento continua ad essere acceso. Dal lato assistenziale, sebbene se ne riconosca il ruolo, si obietta che la misura non riesca a coprire una parte rilevante delle famiglie in povertà assoluta. La critica diventa ancor più accesa quando si passa a considerare l’inclusione dei beneficiari dal lato lavorativo che mostra ancora vistose carenze”. “Noi non difendiamo il reddito ma difendiamo i poveri – ha precisato Rossini -. Nei confronti del Reddito di cittadinanza abbiamo sempre tenuto un approccio riformista. Come ogni politica pubblica anche il Rdc può essere riformato a partire dai risultati concreti, mettendo a posto ciò che è inefficiente, verificando e controllando. Mettiamo a disposizione delle istituzioni questo nostro servizio per dire che il Reddito di cittadinanza si può migliorare per la tutela dei più deboli, rafforzandolo in termini finanziari in vista della prossima Legge di Bilancio”. Il documento contiene infatti 8 proposte al governo e al parlamento per riformare e migliorare il Reddito di cittadinanza.