Quale futuro ci aspetta? Ci sono “due realtà contrapposte: una luminosa e l’altra tetra che si contaminano vicendevolmente. A moderare questo drammatico travaso è il tempo che scorre inesorabilmente: sarà la parte luminosa a invadere lo spazio di quella tetra o viceversa? Dipende dalle nostre scelte e dal tempo che abbiamo a disposizione che, secondo gli scienziati, non è molto”. L’ha detto oggi pomeriggio Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord, aprendo i lavori del XVI Forum nazionale dell’informazione cattolica per la custodia del Creato, promosso da oggi a domenica 3 ottobre, a Bari, sul tema “Nessuno si salva da solo. Dalla Laudato si’ alla Fratelli tutti per un nuovo rinascimento sociale ed ecologico”.
Richiamando il messaggio dei vescovi italiani per la Giornata del creato, Cauteruccio ha sottolineato che “ il momento attuale richiede un passaggio, una transizione, da una realtà che non soddisfa più le nostre esigenze ad un’altra che è tutta da costruire e che deve tenere in massimo conto il grido della terra e quello dei poveri. Il riferimento è all’esodo biblico: gli ebrei lasciano le proprie sicurezze e la propria vita che non li soddisfa più per passare ad una terra promessa che potrebbe sembrare una chimera per quanto è affascinante. In mezzo però c’è il deserto, un periodo di passaggio certo, ma faticoso perché richiede rinunce e sforzo. Ma alla fine del deserto c’è il sogno e la speranza che si trasformano in uno sprone e un sostegno per affrontare il deserto”.
Poi una domanda: “Tutti parlano della transizione ecologica e arrivano tanti soldi dall’Europa, ma siamo coscienti che per raggiungere un nobile e imprescindibile obiettivo dobbiamo passare attraverso un cambiamento sostanziale dei nostri stili di vita e delle nostre abitudini?”. “Se siamo qui – ha sostenuto il presidente di Greenaccord – è perché vogliamo il sogno, vogliamo latte e miele e non accontentarci di cibo amaro per il palato. Ma indietro non si torna! La pandemia ci ha lasciato in eredità una fame di relazioni, la voglia di vivere gli spazi aperti, una nuova coscienza ecologica”.
Infine, un appello ai giornalisti: “Occorre motivare le persone verso questo passaggio inevitabile e che non è indolore. Con il vostro lavoro potete contribuire a tenere lo sguardo sul sogno e non sui propri piedi. La sfida è titanica ma affascinante e necessita delle vostre capacità e della vostra creatività”.