“Non si può fare politica aggredendo”. Così mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, a margine della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha risposto a una domanda sul clima politica attuale, dominato dalla conflittualità a volte esasperata. “C’è bisogno di fare una politica che si basi sul ragionamento, ponendo sul tavolo le questioni vere da affrontare senza attacchi personali, ma ragionando sul merito dei problemi”. “È un principio valido sempre – ha specificato il vescovo – e che in questi ultimi anni in Italia sembra si sia un po’ perso. Bisogna recuperare l’idea di politica come un confronto anche duro, ma sempre rispettoso delle persone in maniera costruttiva. Questo è il futuro della politica”. “La disaffezione dei giovani nei confronti della politica – la tesi di Castellucci – è anche dovuta al non riuscire a vedere una prospettiva progettuale che vada oltre il consenso elettorale. A volte, per il consenso elettorale, si muovono attacchi che hanno poco a che fare con il bene comune”. Interpellato sull’imminente tornata elettorale, il vicepresidente della Cei ha risposto: “Spero ci sia una reazione positiva. Dobbiamo rimboccarci le maniche e riprenderci la voce, che per il popolo è lo strumento del voto, e provare a dare un contributo costruttivo”. “I giovani – ha fatto notare il vescovo – ci fanno capire che è possibile creare un movimento di opinione e una ‘moral suasion’ che fanno ben sperare, perché sono progettuali. È molto chiaro che per alcuni temi i giovani si appassionano: forse verrà proprio da loro una nuova stagione politica”.