“La migrazione è connaturata all’uomo ed è nel Dna della comunità cristiana l’impegno ad essere accogliente”. Così il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, mons. Ambrogio Spreafico, intervenuto ieri sera a un convegno promosso dalla diocesi in occasione della Giornata del migrante e del rifugiato. “Il vescovo ci ha spronato e insieme ha riconosciuto come l’amicizia della comunità ecclesiale sia via privilegiata per l’integrazione”, racconta al Sir Luigi Ricciardi, operatore della Caritas diocesana. Sono 1.050 le persone oggi accolte nei Cas della provincia di Frosinone, un terzo rispetto a tre anni fa. Un quarto arriva dalla Nigeria e poi molti da Bangladesh e Pakistan. “Questi dati, riportati dal prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli, nel suo intervento – prosegue Ricciardi –, raccontano una percezione distorta e superiore rispetto alla reale presenza di richiedenti asilo”. Al convegno, introdotto dal direttore della Caritas diocesana, Marco Toti, hanno portato la propria testimonianza anche quattro persone accolte sul territorio. Spiega Ricciardi: “Storie molto diverse, ma accomunate dall’opportunità di rinascita: un albanese arrivato da minorenne e che qui ha formato la sua famiglia; un maliano fuggito dalla guerra, ‘adottato’ dalla comunità di Castro dei Volsci e che oggi fa il cuoco ad Arnara; un tunisino che grazie a percorsi di giustizia riparativa e a progetti Caritas ha trovato una via alternativa allo spaccio; una ragazza afghana – tra i circa 60 arrivati in queste settimane – che desidera imparare l’italiano per raccontare la drammatica situazione del suo Paese”.