“L’umanità chiede insistentemente l’abolizione delle armi nucleari e la comunità internazionale deve continuare il suo impegno per liberare il mondo dalla minaccia di una guerra atomica, rivolgendosi in particolare ai leader dei Paesi che possiedono un arsenale nucleare”. È l’appello lanciato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, durante l’assemblea dell’Onu, riunita a New York per dibattere sui temi legati alla denuclearizzazione. Per la Santa Sede, ha spiegato l’esponente vaticano, sono due le cause che impediscono di raggiungere l’obiettivo del disarmo: la politica della deterrenza, “che porta a una corsa agli armamenti e genera una tecnologia disumanizzante che sostiene e aggrava la sfiducia tra le nazioni”, e le spese per gli arsenali nucleari, “fonte di una crescente inuguaglianza sia all’interno che tra le altre nazioni”. “Mentre si affronta una pandemia globale dalla natura incerta e peggiorano gli effetti del cambiamento climatico globale – la proposta di Gallagher – gli Stati devono ridurre le loro spese militari, nell’interesse di soddisfare i bisogni umanitari e le esigenze della nostra casa comune”. L’obiettivo verso cui tendere, come spiega il Papa nella Fratelli tutti, dovrebbe essere quello di far convergere le spese militari in un fondo globale per favorire lo sviluppo dei Paesi più poveri.