Il 75% degli affamati del mondo vive nelle aree rurali con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra. E’ quanto denuncia Coldiretti in occasione dell’apertura del Food System Summit dell’Onu a New York con l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi.
Con la pandemia “si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni per effetto delle manovre finanziarie sul cibo che – sottolinea Coldiretti -, stanno impattando sui prezzi delle materie prime agricole con rincari del 32% rispetto allo scorso anno secondo l’ultimo indice della Fao di agosto”. A pesare, “il fatto che sono saliti a oltre 93 milioni gli ettari di terra coltivata nel mondo sottratti ai contadini dalle nazioni avanzate e dalle multinazionali per speculazioni che stravolgono produzioni secolari e sistemi socio economici locali, il cosiddetto land grabbing; quasi un terzo (31 milioni di ettari) è concentrato in Sud America, altrettanto in Africa (30,5 milioni di ettari) e a seguire Europa Orientale (19,5 milioni di ettari), Asia (9 milioni di ettari) e Oceania (3,4 milioni)”. Un rischio che riguarda anche l’Italia, dove “nello spazio di una sola generazione il nostro Paese ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne”.
“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del Pnrr” ha commentato il presidente Coldiretti Ettore Prandini.