“Nel continente europeo, la presenza di Dio viene annacquata – lo vediamo tutti i giorni – nel consumismo e nei vapori di un pensiero unico – una cosa strana ma reale – frutto del miscuglio di vecchie e nuove ideologie”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, durante la catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al suo viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia. “Questo ci allontana nella familiarità con il Signore”, il monito a braccio. In questo contesto, per Francesco, “la risposta che risana viene dalla preghiera, dalla testimonianza, dall’amore umile. Amore umile che serve, il servizio: il cristiano è per servire. È quello che ho visto nell’incontro con il popolo santo di Dio: un popolo fedele, che ha sofferto la persecuzione ateista. L’ho visto anche nei volti dei nostri fratelli e sorelle ebrei, con i quali abbiamo ricordato la Shoah. Perché non c’è preghiera senza memoria. Non c’è preghiera senza memoria”. “Noi quando preghiamo dobbiamo fare memoria della propria vita, fare memoria del proprio popolo, di tanta gente che ci accompagna, nella città, nel popolo”, l’indicazione a braccio: “vedere quale è stata la nostra storia”. “Un vescovo slovacco – ha rivelato il Papa – mi ha detto: ho fatto il conduttore di tram, per nascondermi dalla persecuzione. Non c’è preghiera senza memoria: fare memoria, questo va bene, mi aiuta a pregare”.