Non occupa troppo spazio sui siti europei l’andamento dello spoglio elettorale in Russia: si è al 90% delle schede scrutinate e Russia unita (partito di Putin) è data al 49,66%. Ma la Francia oggi parla di guerra d’Algeria e di quella che è stata definita la “crisi dei sottomarini”. Su Liberation si trova un piccolo articolo, che racconta di bassa affluenza (intorno al 45%) e di risultati provvisori, in base ai quali titola: “Senza sorpresa. In Russia, elezioni da operetta e alla fine… Putin”. In Spagna invece i titoli più grossi parlano dell’eruzione in corso del vulcano di La Palma alle Canarie, ma scorrendo in basso il sito di El Pais si arriva a un breve articolo: “Il partito di Putin vince le elezioni in Russia, ma perde consensi” e descrive come “i primi risultati danno la maggioranza a Russia Unita e riflettono un’ascesa del Partito comunista in elezioni segnate dalla repressione e dall’apatia”. Stesso tono, oltre Manica, ha un piccolo titolo sul sito del Guardian: “Il partito pro-Putin conquista la maggioranza nelle elezioni in Russia, nonostante il calo dei consensi”. Politico.eu ha i riflettori puntati sulla campagna elettorale tedesca, ma c’è spazio per un: “Russia Unita di Putin vince il voto – come previsto – tra accenni di malcontento”.
Oltre oceano, anche il New York Times si occupa di altro e l’articolo in prima è ancora fermo alle proiezioni che comunque già segnalavano “il declino” del partito di Putin. Sul tedesco Die Zeit, che ovviamente dedica ampio spazio alla campagna elettorale tedesca, l’articolo sulle elezioni russe porta il titolo: “Il controllo di Vladimir Putin ha dei buchi. Il risultato delle elezioni parlamentari russe dà un’impressione completamente orchestrata. Ma mostra anche che la società civile è tutt’altro che finita”.