Nel secondo trimestre 2021 l’input di lavoro, misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), aumenta sia su base trimestrale (+3,2% rispetto al I trimestre 2021) sia su base annua (+18,3% rispetto al II trimestre 2020); lo stesso andamento si osserva per il Pil, in aumento rispettivamente di +2,7% e +17,3%. Anche l’occupazione (tasso al 58%) mostra una crescita congiunturale e tendenziale. Lo certifica la “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” diffusa oggi da ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.
Dai dati diffusi, emerge che in termini tendenziali, l’occupazione dipendente è in aumento in termini sia di occupati (+3,1%) sia di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+3,6%). I dati delle Comunicazioni obbligatorie (Co), che includono tutti i settori di attività economica, mostrano una crescita delle posizioni lavorative (+754mila rispetto al secondo trimestre del 2020), concentrato nelle costruzioni e nei servizi (in particolare nei comparti dell’istruzione e dei servizi alle famiglie); anche i dati dell’Inps-Uniemens, che hanno un diverso perimetro di osservazione, registrano una sostenuta crescita delle posizioni lavorative (+677mila in una anno).
Su base annua, tra le posizioni lavorative a tempo indeterminato prosegue la crescita, seppur in lieve rallentamento, sia nei dati delle Co (+361mila in un anno; era +384mila nel primo trimestre 2021) sia in quelli dell’Uniemens (+181mila e +205mila, rispettivamente). La dinamica delle posizioni a tempo determinato torna positiva nei dati delle Co (+394mila; era -31mila nel primo trimestre 2021) e, soprattutto, nei dati Uniemens riferiti alle sole imprese private (+496mila unità; era -13mila lo scorso trimestre) che registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.