Costruita nel 18° secolo dai missionari francescani italiani, l’antica cattedrale romano-cattolica di Iași, nel nord-est della Romania, è stata riaperta – al culto e al circuito turistico – mercoledì 15 settembre, dopo ampi lavori di restauro, iniziati nel 2017. Alla celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo di Iași, mons. Iosif Păuleț, hanno preso parte il nunzio apostolico in Romania, mons. Miguel Maury Buendía, il vescovo emerito della diocesi di Iași, mons. Petru Gherghel, il presidente della Conferenza episcopale romena, mons. Aurel Percă, vescovi romano-cattolici e greco-cattolici di altre diocesi ed eparchie della Chiesa in Romania, numerosi sacerdoti e fedeli, rappresentanti di altri culti e delle autorità civili. Nel nuovo altare centrale, consacrato da mons. Păuleț, sono state collocate reliquie di apostoli, di martiri dei primi secoli della Chiesa e dei tempi recenti, stranieri e romeni, romano-cattolici e greco-cattolici, e anche di una donna romena, Veronica Antal.
Realizzata nello stile barocco, sotto la guida dei missionari francescani Antonio Mauro e Fidelis Rocchi, è stata consacrata nel 1789 e dedicata a Santa Maria Assunta. Fra l’altro durante i lavori di restauro è stata scoperta la tomba di un missionario italiano, Francesco Antonio Tasso, morto nel 1765 in fama di santità. E nella cattedrale sono stati sepolti anche padre Rocchi e il primo vescovo di Iași, l’italiano francescano Nicola Giuseppe Camilli, morto nel 1915, a causa dell’epidemia di peste, e altri sacerdoti e vescovi missionari, di origine italiana.
“Testimone del passato”, come l’ha chiamata il vescovo Păuleț nell’omelia, la cattedrale di Iași e anche un invito “ad assumerci l’identità cristiana, professata e difesa dai nostri antenati, e ad essere anche noi attenti all’ispirazione dello Spirito Santo per poter aprire strade di speranza”. Vittima di vari terremoti e di un incendio, la cattedrale antica di Iași è stata chiusa negli ultimi anni e sottoposta ad ampi lavori di restauro, le funzioni liturgiche svolgendosi nella nuova cattedrale, consacrata nel 2005 e dedicata a Santa Maria Regina. Ora, dopo il restauro, nella vecchia cattedrale torneranno le celebrazioni liturgiche e i turisti, che potranno visitare non solo la chiesa, ma anche la mostra allestita nel seminterrato. “Questa casa di Dio – ha detto mons. Păuleț alla fine della cerimonia di riapertura della vecchia cattedrale – sia veramente un segno della nostra comunione, con la fede di coloro che ci hanno preceduto, un luogo nel quale sperimentiamo visibilmente la bellezza della Chiesa”.