“Questa è la prova della compassione: restare sotto la croce. Restare col volto segnato dalle lacrime, ma con la fede di chi sa che nel suo Figlio Dio trasforma il dolore e vince la morte”. Così il Papa, nella parte finale dell’omelia pronunciata nel santuario di Sastin, in Slovacchia, ha tracciato il ritratto di Maria “madre della compassione”. “La sua fede è compassionevole”, ha spiegato Francesco: “Colei che si è definita la serva del Signore e che, con premura materna, si è preoccupata di non far mancare il vino alle nozze di Cana, ha condiviso con il Figlio la missione della salvezza, fino ai piedi della Croce. In quel momento, nel dolore straziante vissuto sul Calvario, ella ha compreso la profezia di Simeone: ‘Anche a te una spada trafiggerà l’anima’. La sofferenza del Figlio morente, che prendeva su di sé i peccati e i patimenti dell’umanità, ha trafitto anche lei. Gesù lacerato nella carne, Uomo dei dolori sfigurato dal male; Maria, lacerata nell’anima, madre compassionevole che raccoglie le nostre lacrime e nello stesso tempo ci consola, indicandoci in Cristo la vittoria definitiva. E Maria Addolorata, sotto la croce, semplicemente rimane. Sta sotto la croce. Non scappa, non tenta di salvare sé stessa, non usa artifici umani e anestetizzanti spirituali per sfuggire al dolore”.