“È necessario trasformare il Mediterraneo da ‘fossato’, che divide i popoli e le culture, a grande lago intorno a cui fioriscono e si incontrano le civiltà”. Lo ha detto il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, parlando questa mattina alla tavola rotonda su “Mar Mediterraneo: frontiera di pace”, nell’ambito del “G20 Interfaith Forum”. Sarà proprio la città di Firenze ad ospitare sia l’incontro dei vescovi delle Chiese che si affacciano sul Mediterraneo promosso dalla Conferenza episcopale italiana, sia il summit dei sindaci delle città che si trovano sulle coste del mediterraneo. Come osservava La Pira, ha detto oggi il card. Betori, “su questo mare, l’Italia è gettata ‘come un ponte’: da qui deriva il ruolo di mediazione, di terreno di incontro tra Nord e Sud del mondo, tra Oriente e Occidente, che spetta al nostro Paese e che per Firenze, città di bellezza e di dialogo, rappresenta una missione particolarmente sentita”. “In tutto questo – osserva l’arcivescovo di Firenze -, il ruolo delle religioni è fondamentale. Lo può essere in senso negativo, quando le differenze religiose diventano il pretesto per conflitti che hanno in realtà ben altre motivazioni, geopolitiche, economiche, sociali. Lo può essere nel bene: perché l’incontro e il dialogo tra le religioni può aprire un tempo nuovo. Questo riguarda, in modo particolare, l’incontro tra ebrei, cristiani, musulmani la cui convivenza in questo spazio ristretto, sulle sponde che circondano un piccolo mare, rappresenta una grave responsabilità di fronte all’umanità intera”. “L’attenzione per la dignità di ogni essere umano, soprattutto dei più fragili e indifesi; la spinta verso il dialogo e l’incontro fra i popoli; la cura del creato come ‘casa comune’. Questi ed altri – ha detto Betori – sono i valori che i Paesi delle diverse sponde del Mediterraneo, insieme, hanno da annunciare al mondo”.