“I santi Cirillo e Metodio hanno inoltre mostrato che custodire il bene non significa ripetere il passato, ma aprirsi alla novità senza sradicarsi”. Lo ha ricordato il Papa, che nel discorso alle autorità, da Bratislava, ha reso omaggio alla storia slovacca: “La vostra storia annovera tanti scrittori, poeti e uomini di cultura che sono stati il sale del Paese. E come il sale brucia sulle ferite, così le loro vite sono spesso passate attraverso il crogiuolo della sofferenza”. “Quante personalità illustri sono state rinchiuse in carcere, rimanendo libere dentro e offrendo esempi fulgidi di coraggio, coerenza e resistenza all’ingiustizia!”, il riferimento alla storia di persecuzioni del Paese, che ha bisogno “soprattutto di perdono”: “Questo è il sale della vostra terra”. “La pandemia, invece, è la prova del nostro tempo”, ha osservato Francesco: “Essa ci ha insegnato quanto è facile, pur nella stessa situazione, disgregarsi e pensare solo a sé stessi. Ripartiamo invece dal riconoscimento che siamo tutti fragili e bisognosi degli altri. Nessuno può isolarsi, come singoli e come nazioni”. “Accogliamo questa crisi come un appello a ripensare i nostri stili di vita”, l’esortazione sulla scorta della Fratelli tutti: “Non serve recriminare sul passato, occorre rimboccarsi le maniche per costruire insieme il futuro. Vi auguro di farlo con lo sguardo rivolto verso l’alto, come quando guardate ai vostri splendidi monti Tatra. Lì, tra i boschi e le vette che puntano al cielo, Dio sembra più vicino e il creato si rivela come la casa intatta che nei secoli ha ospitato tante generazioni. I vostri monti collegano in un’unica catena cime e paesaggi variegati, e travalicano i confini del Paese per congiungere nella bellezza popoli diversi. Coltivate questa bellezza, la bellezza dell’insieme. Ciò richiede pazienza e fatica, coraggio e condivisione, slancio e creatività. Ma è l’opera umana che il Cielo benedice. Dio vi benedica, Dio benedica questa terra”.