“Non possiamo tacere nessuna parola di Cristo e trascurare nessuna pagina del Libro sacro scegliendo ciò che suona più appetibile al sentire comune. Sarebbe ridurlo a un insieme di esortazioni edificanti che restano esterne alla vita perché non trasformano il cuore, un codice del buon vivere, un manuale di filantropia”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente del consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, intervenendo questo pomeriggio a Budapest, insieme al card. Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi Ue (Comece) ad una sessione del Congresso eucaristico internazionale, dedicata alla “Evangelizzazione e impegno sociale in Europa”. “Nel mondo contemporaneo – ha osservato il cardinale – si è insinuato il sospetto di una pretesa cristiana verso la società civile, come se in tema di democrazia, di giustizia, di diritti, di pace, di economia, il Vangelo non avesse nulla da dire. I cristiani, quindi, dovrebbero star fuori dal dibattito politico e culturale”. Al riguardo, il presidente del Ccee, fa tre considerazioni. La prima è che “ogni credente, di qualunque credo, ha diritto di partecipare al dibattito pubblico basta che non invochi l’autorità religiosa, che usi un linguaggio comprensibile a tutti, “istituzionale”, adducendo le motivazioni razionali alle sue proposte”. Nella seconda, il cardinale ricorda che “il Vangelo contiene sia verità soprannaturali che realtà naturali”. Nella terza, si invita i cristiani a difendere e promuovere nella vita pubblica non solo i valori che sono un bene per l’umanità, ma anche “il loro fondamento, senza del quale la casa è come costruita sulla sabbia”. Insomma, è la conclusione di Bagnasco, “mentre si opera per il bene comune e per una società fraterna secondo le indicazioni di Papa Francesco, è necessario riproporre con gli argomenti della ragione i principi dell’umano, della giustizia, del diritto, di una società che sia casa di persone e non massa di individui isolati come si legge nell’enciclica Fratelli tutti”. “Il nostro amato Continente ha bisogno di ritrovare se stesso incontrando Gesù; ha bisogno di riconciliarsi con la sua storia. Ne ha bisogno anche l’umanità che guarda all’Europa come alla terra dove il Vangelo ha fatto sintesi di diverse culture, giungendo ad una visione altissima della dignità umana e del diritto, visione che è patrimonio e dono non solo per l’Europa ma per il mondo intero”.