Sinodo: card. Grech, “il popolo di Dio esiste a partire dalle Chiese particolari. Clericalismo non avveleni la consultazione”

“Ciò che più conta è la volontà di ascoltare il popolo di Dio, tutto il popolo di Dio!”. Sono le parole del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che ieri ha aperto il Seminario sulla sinodalità del Gruppo Iberoamericano, che si svolge fino al 10 settembre a Caracas e in modalità virtuale, con la collaborazione dell’Episcopato venezuelano, del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e della Confederazione americana dei religiosi e delle religiose (Clar). “Sono consapevole – ha proseguito – che la consultazione è solo il primo momento del cammino, e non tutto il cammino sinodale. Tuttavia, non ci sarebbe cammino sinodale senza questo primo momento fondante; la sinodalità rimanda al Popolo di Dio come soggetto suo proprio. Dunque, si potrebbe fissare la questione in termini ancora più precisi come segue: dov’è il popolo di Dio?”.
Ha proseguito il porporato rispondendo a questo interrogativo, citando la “Lumen Gentium”: “Questo unico popolo esiste ‘ a partire dalle Chiese particolari’”. Anche quanti appartengono a movimenti e aggregazioni riconosciute dalla Chiesa universale, anche gli stessi religiosi, “in quanto portatori di un’istanza carismatica, non prescindono da questo principio di incarnazione: se vivessero il loro carisma fuori o accanto alle Chiese, costituirebbero una Chiesa parallela!”.
Purtroppo, secondo il card. Grech, è accaduto che la consultazione del popolo di Dio consistesse “in una richiesta ai vescovi di cosa pensassero i fedeli affidati alla loro cura pastorale! La deriva di quel sistema è il clericalismo e oggi vediamo quanto quella mentalità sia dura a morire. Dio non voglia che, in forme magari inconsce, la trasferiamo dentro il processo sinodale: avveleneremmo in partenza la forma e lo stile sinodale di Chiesa, faremmo fallire, ancora prima di avviarla, la consultazione”.
E, riferendosi all’imminente Sinodo, ha concluso: “È evidente che la Segreteria del Sinodo terrà conto di tutti i contributi. Ma è altrettanto evidente che, in qualità di segretario generale, spero nella maturazione di un vero cammino sinodale che anche nella consultazione sappia manifestarsi come un ‘camminare insieme’ di tutti, ciascuno con il proprio dono da condividere con gli altri. In questo modo si fa la ‘conspiratio’: se tutti parteciperanno alla consultazione nelle Chiese particolari, condividendo l’esperienza di ascoltarsi, non solo tutto il Popolo di Dio sarà stato consultato, ma tutti avranno imparato gli uni dagli altri e i contributi che verranno dalle Chiese locali saranno una più adeguata manifestazione del ‘sensus fidei’, perché il soggetto in gioco sarà veramente la totalità dei battezzati”.

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