“L’evoluzione di questa recente crisi afghana ci pone di fronte a delle scelte, a delle responsabilità e a dei tentativi di agire come pompieri per spegnere o ridurre le fiamme”. Lo ha detto questa mattina il rav. Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del G20 Interfaith Forum che si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Bologna. “Non è un’operazione semplice”, ha detto. “Ho una lunga esperienza di incontri interreligiosi di tutti i tipi e ci sono stati tanti risultati positivi ma anche tante cose inutili. La prima cosa quindi che bisogna fare è sgombrare il campo dalla retorica e dalla celebrazione. In realtà, c’è da fare poca retorica e poca celebrazione. I problemi ci sono, sono molto complicati e richiedono buona volontà e necessità di abbattere barriere psicologiche, culturali, teologiche interne. Non sono procedimenti facili da affrontare. Non basterà dire che ci siamo seduti attorno ad un tavolo. Bisognerà vedere se riusciamo a tirare fuori qualcosa di positivo”. In questo processo è importante che le religioni si riprendano il loro posto, “responsabile e costruttivo”. “È un progetto difficile”, ha detto il rabbino. Occorre cominciarlo sgomberando “il campo dalle belle dichiarazione per vedere se riusciamo a tirar fuori qualche cosa di utile a beneficio di tutti”.