“Unita, libera, lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa”: è il titolo della proposta pastorale per la diocesi di Milano che viene resa nota oggi e sarà ufficialmente presentata alla comunità diocesana durante la messa pontificale presieduta dall’arcivescovo, mons. Mario Delpini, in duomo, l’8 settembre (ore 9.30), nella solennità della Natività della Beata Vergine Maria e con il rito di ammissione dei candidati al diaconato e al presbiterato. Il volumetto è pubblicato dal Centro ambrosiano, presente nelle librerie cattoliche e ordinabile anche online dal sito www.itl-libri.com. Il testo si compone di una introduzione (Nella tribolazione la speranza) e quattro capitoli (Generati dalla Pasqua, guidati dalla Parola; “Siano una cosa sola”. La Chiesa unita; “Nel mondo ma non del mondo”. La Chiesa libera; “La vostra gioia sia piena”. La Chiesa lieta). Tra le appendici figurano “Immaginare il Gruppo Barnaba e l’Assemblea sinodale decanale” (nella diocesi è in atto un ripensamento della presenza territoriale e sociale della Chiesa) e le “Note per l’anno speciale della famiglia”.
“Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore? I mesi che stiamo vivendo sono segnati da un’inedita tribolazione: la pandemia ha ferito, sospeso, inquietato tutti i popoli della terra e invaso tutti i Paesi”, si legge nell’introduzione del documento diocesano. “Il nostro Paese e la nostra terra hanno vissuto mesi così drammatici da sconvolgere tutti gli aspetti della vita e travolgere molte vite. La pandemia è diventata un’ossessione e ha costretto a concentrare l’attenzione sulla cronaca quotidiana e locale, fino a far dimenticare il resto del mondo e le tragedie che continuano a tormentare popoli, famiglie, persone”.
Delpini si chiede: “Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore? Alcuni vivono questo tempo di ripartenza con l’atteggiamento di chi ha chiuso una parentesi e ritorna alla vita normale, alle abitudini consuete, senza nostalgia e senza un incremento di sapienza. Alcuni vivono questo tempo con un’inquietudine che accompagna ogni attività, ogni incontro, sospettando in ogni persona e in ogni luogo un pericolo, rimandando decisioni e iniziative a chi sa quando. Alcuni vivono questo tempo arrabbiati per quello che è stato, per quello che hanno perso e sofferto, contestando responsabili e cercando colpevoli. Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore?”. L’arcivescovo richiama quindi un messaggio recente dei vescovi delle diocesi di Lombardia, “Una parola amica”, che “suggerisce percorsi di sapienza” (Imparare a pregare; Imparare a pensare; Imparare a sperare oltre la morte; Imparare a prendersi cura).
Aggiunge: “In questo tempo di prova e di grazia la proposta pastorale intende convocare la comunità cristiana perché non si sottragga alla missione di essere un segno che aiuta la fede e la speranza, proponendo il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù, che è vivo, presente in mezzo a noi come l’unico pastore e che vogliamo seguire fino alla fine, fino a vedere Dio così come egli è”.