“#insiemefuturiamo perché le scuole cattoliche, per vocazione”, sono chiamate a “offrire antidoti di speranza”, si legge ancora nel Manifesto approvato oggi dalla Fidae, a conclusione del Consiglio nazionale a Trento (27-30 agosto). “Futureremo”, prosegue il documento, se “costruiremo laboratori di futuro” ascoltando “i linguaggi dei giovani, dei loro genitori, prestando attenzione a tutto ciò che può aiutare gli attori della scuola a diventare onesti e responsabili cittadini del villaggio globale”. Ma occorrerà anche rigenerare “la qualità della cura educativa privilegiando il dialogo con le famiglie dei nostri allievi, perché all’eccellenza e all’affidabilità delle nostre proposte educative corrisponda la condivisione di tutta la comunità educante”, e creare “alleanze per un coinvolgimento di tutti in un ampio villaggio dell’educazione che cambi il mondo continuando a costruire reti a livello provinciale, regionale, nazionale affinché gli adulti, prendendo coscienza della singolarità della fase della loro vita, possano essere testimoni qualificati, delle pietre miliari che sempre risplendono nella costruzione della civiltà umana”.
Nonostante le difficoltà del tempo presente, “anche in relazione a una non sempre reale comprensione della legge della parità”, fare scuola si traduce, per gli estensori del Manifesto, in 3 P: “Patto globale (formazione per l’insegnamento dell’educazione civica; educazione al volontariato, educazione ambientale, pastorale scolastica nella scuola); progettare insieme il futuro (outdoor education; leadership condivisa, sistemi didattici innovativi, erasmus plus, avanguardia educativa); prendersi cura (inclusione, peer education, scuola come luogo di felicità)”.