Non sono mancati “alcuni segni di speranza che ancora oggi manifestano la generosità disinteressata di tanta parte della nostra comunità” nel Messaggio alla città dell’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, in occasione del primo giorno di festa patronale in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato.
In primo luogo, “vorrei plaudire al rilancio educativo impresso dall’Università del Salento in favore dei nostri giovani. L’avvio della nuova facoltà di Medicina” è “un fecondo segno di sviluppo del nostro territorio. A questo proposito, nella speranza che la nuova facoltà possa dare ulteriore linfa alla sanità locale, non posso dimenticare di rivolgere il mio personale ringraziamento a tutto il personale sanitario che nei lunghi mesi di pandemia ha dato prova di professionalità e dedizione ed ora è impegnato nella campagna di vaccinazione”.
Anche il “gesto concreto” che oggi si svolgerà in piazza Duomo, grazie alla collaborazione tra Caritas diocesana e Asl di Lecce, con un “Open day vaccinale”, a partire dalle 18, è “la manifestazione di quanto la comunità diocesana, cooperando con le istituzioni pubbliche, riesca a porsi a servizio dell’uomo”.
“La Chiesa di Lecce, pur tra tante difficoltà, continua la sua opera generosa in ambito catechetico, educativo e sociale in questo territorio – ha aggiunto mons. Seccia -. Le mense e i punti-ristoro serali, i luoghi di accoglienza notturna, i centri di ascolto, il consultorio familiare diocesano, le innumerevoli iniziative della Caritas e della Casa della Carità, il Progetto Policoro, che, attraverso il microcredito Sant’Oronzo, ha già incoraggiato l’apertura di 15 imprese giovanili, sono evangelici segni di speranza a volte poco conosciuti ma efficaci e autentici”. Poi un ringraziamento ai sacerdoti “per il loro zelo che, nemmeno nei tempi più duri della pandemia è venuto meno” e una sottolineatura del “lavoro dei catechisti, dei volontari e di tanti che, nel silenzio, hanno alleviato le sofferenze altrui”. “Chiesa di Lecce risplendi sempre più del volto del tuo Signore, del volto dell’Amore!”, l’esortazione del presule.
Un appello agli amministratori, “affinché possiate difendere e proteggere il nostro territorio” da “inaccettabili deturpamenti”. “Sia solerte il vostro impegno, siano audaci i vostri progetti di sviluppo, siano attente le vostre orecchie ai bisogni del nostro popolo! Guardate la bellezza e l’antichità di questa piazza, valorizzate i nostri monumenti, segni di autentica cultura e spiritualità, e rendete questo estremo lembo di terra una Porta Santa per tutta l’Europa e per il Mediterraneo”.
E ha concluso: “Lecce, Città-Chiesa, che hai già aperto gli scrigni dei tuoi tesori e ora vivi il tuo Giubileo Oronziano, continua a mostrare i valori che ti hanno abbellita e divieni casa accogliente per tutti e laboratorio di pace e speranza!”.