La comunità monastica domenicana di San Vincenzo Ferreri e Santa Caterina de’ Ricci, nella diocesi di Prato, si prepara a vivere le sue tradizionali feste d’agosto. Le celebrazioni sono regolarmente aperte ai fedeli, l’unico taglio al programma, per evitare assembramenti, è la cancellazione delle processioni con il popolo in onore del Crocifisso di Santa Caterina della Madonna dei Papalini che si svolgevano nei corridoi del monastero.
Da domani al 24 agosto si terranno le celebrazioni per ricordare il miracolo del Crocifisso di Santa Caterina de’ Ricci, compatrona della città e della diocesi di Prato, che avvenne il 24 agosto 1542.
Antonio Frati, nel suo “Caterina de’ Ricci-La santa di Prato”, ricorda così quello straordinario miracolo: “Dopo la comunione, Caterina se ne stava ritirata nella sua cella intrattenendosi, come al solito, davanti al crocifisso che aveva portato in convento da casa e che teneva appeso alla parete, sopra l’inginocchiatoio. Ad un tratto, il piccolo corpo pendente dalla croce si anima: Gesù stacca le mani dai chiodi, allunga le braccia e si protende verso di lei. Essa subito gli si fa incontro e lo sostiene con le sue mani, ricevendo un affettuoso abbraccio. La scena è veduta anche dalla sottopriora, Maria Maddalena Strozzi, che era, come sappiamo, la custode della santa e che poi riferirà tutto minutamente nella sua ‘Cronaca’. L’abbraccio è veduto anche da altre”.
Caterina quel giorno ricevette anche una richiesta: che le suore ricordassero l’abbraccio miracoloso portando il Crocifisso in processione per tre volte pregando per la conversione dei peccatori.
Domenica 29 agosto torna l’appuntamento con la festa della Madonna dei Papalini. Fu nel 1512 che avvenne il fatto miracoloso legato al Sacco di Prato. il periodo storico in cui c’era la contrapposizione tra spagnoli e francesi; i primi, alleati dello Stato Pontificio, volevano riportare i Medici al potere a Firenze dopo la loro cacciata del 1494. L’esercito del viceré di Napoli, Ramon de Cardona, accompagnato dal cardinale Giovanni de’ Medici, per dare una dimostrazione di forza, assediò Prato che venne conquistata il 29 agosto 1512. Il saccheggio, durato 22 giorni, provocò barbarie di ogni genere. Di fronte a tutto questo, Firenze patteggiò la resa e il ritorno dei Medici. Dalle violenze non furono risparmiati nemmeno i monasteri. Ma in San Vincenzo gli spagnoli furono frenati dalla Vergine Maria: i capitani Giovanni, Spinoso e Vincenzio trovarono le suore raccolte in preghiera davanti ad una statua della Madonna e guardandola caddero in ginocchio. Svanì da loro ogni progetto violento e, chiamata la priora, madre Raffaella da Faenza, giurarono che il monastero sarebbe stato rispettato. Quella statua, in terracotta policroma degli inizi del Cinquecento, da allora viene venerata come protettrice e salvatrice.
Durante i festeggiamenti le immagini del Crocifisso e della Madonna dei Papalini saranno esposte alla grata del monastero all’interno della basilica.