“Quest’uomo ha abitato il silenzio e nel silenzio aveva le grandi immaginazioni sul mondo, sulla storia, sulla politica. Una lezione per quest’ora dove le parole sono disabitate, parole al vento e spesso proprio il terreno della politica è il festival della parola vuota, della retorica, dell’eccessivo: l’opposto di quello che era De Gasperi”. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia della Messa che ha presieduto nella chiesa parrocchiale di Borgo Valsugana, nell’anniversario della morte di Alcide De Gasperi e all’indomani della Lectio degasperiana di Pieve Tesino.
Nel commentare il brano evangelico, davanti alle figlie dello statista e a esponenti del mondo politico nazionale e locale, il presule ha applicato la Parola alla memoria del leader politico. Mons. Tisi ha poi annunciato la volontà di “ricavare nuove perle” dallo “scrigno senza fondo che è l’umanità di Alcide De Gasperi”. “Una prima perla – ha spiegato – è la profondità dei suoi scritti, dove le parole non sono mai eccessive, ma sobrie, incisive, pensate una ad una, mai contraddistinte dalla retorica, senza sbavature”. Il presule ha quindi invocato l’intercessione di De Gasperi, “affinché possiamo ritrovare la gioia mettendo nelle nostre relazioni parole abitate, sobrie, cariche del silenzio e dell’esperienza della vita pensata per gli altri e non per sé. Fuori dalla comunione non gioia”. Vi è poi una seconda perla colta dalla biografia dello statista trentino: “La sua povertà e sobrietà evangelica, altro elemento che può aiutare la comunione. Quanto abbiamo bisogno che il mondo politico ritrovi uomini e donne sobri, ‘poveri’!”.