“Quanto sta accadendo in Afghanistan rappresenta una cocente sconfitta dell’Occidente. Senza dubbio essa interroga le nostre democrazie sull’essenza dei propri valori, e sulle scelte tanto strategiche quanti tattiche che ne hanno connotato l’azione nell’ambito delle relazioni internazionali. Ma mentre affrontiamo questa riflessione dolorosa e necessaria, la prima, assoluta urgenza è quella di rispondere immediatamente e senza tentennamenti alla gigantesca catastrofe umanitaria che si sta profilando dopo la definitiva caduta di Kabul”. È quanto scrive la Presidenza nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) in una nota.
“Vigilare sul rispetto dei diritti umani del popolo afghano, garantire il soccorso e le cure a chi ha bisogno, accogliere i civili in fuga, sospendere i rimpatri: è questo ciò che deve fare subito l’Unione europea se vuole continuare a considerarsi davvero una comunità libera e democratica”, continua la nota. “Ed è quello che ci aspettiamo dall’Italia e dal suo governo, se desidera davvero essere autorevole e centrale nell’Europa del dopo pandemia: voltare le spalle alle donne, agli uomini, ai bambini dell’Afghanistan sarebbe voltare le spalle a tutti i valori che sono alla base della nostra Costituzione italiana e della comunità degli europei; tradire oggi il popolo afghano è tradire noi stessi”.
Il Meic, “raccogliendo l’invito di Papa Francesco a ‘pregare il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo’, rileva che la tutela dei diritti fondamentali e dell’irrinunciabile dignità di tutte le donne e tutti uomini che vivono sul nostro pianeta non può non porsi al centro del dialogo fraterno cui nessuna civiltà può nel presente contesto mondiale rinunciare. Siamo convinti che a tale costruttivo ed esigente confronto non possano sottrarsi le comunità religiose, investendo in esso con coraggio e creatività il patrimonio di fedi, valori, tradizioni, culture che nel corso della storia sono venute maturando”.