Un prodigio meno conosciuto della liquefazione del sangue di San Gennaro a Napoli, ma ugualmente puntuale e di grande valore spirituale: parliamo della liquefazione del sangue, anche se sarebbe più corretto dire del “grasso”, di San Lorenzo. A raccontarci del prodigio che ogni anno avviene nel periodo della festa del Santo, ad agosto, è don Italo Cardarilli, parroco di Santa Maria Assunta e di San Pietro apostolo ad Amaseno, nella diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Infatti, è proprio la Collegiata di Santa Maria Assunta, una chiesa cistercense del 1177, costruita dagli stessi monaci di Casamari e Fossanova, che custodisce la preziosa reliquia.
“La prima menzione della reliquia è nell’atto di consacrazione della Collegiata di Santa Maria Assunta in Amaseno, redatto in latino e in volgare, datato 8 settembre 1177: nell’elenco di tutte le reliquie della chiesa, figura il sangue di San Lorenzo, anche se il nome autentico è ‘de pinguedine sancti Laurentii martiris’, cioè il ‘grasso di San Lorenzo’ – ci spiega don Italo -. Consiste in una ampolla di vetro, risalente all’incirca al terzo secolo, che contiene un materiale grasso di colore bruno quando è nello stato solido. Ogni anno, almeno dal 1600, epoca a cui risale la prima menzione storica del prodigio, in occasione della festa di San Lorenzo il 10 agosto la sostanza si trasforma nello stato liquido cambiando completamente di composizione e colore: dalla forma solida in cui è conservata tutto l’anno e di colore bruno scuro diventa liquida e assume un colore rosso rubino”.
Quando avviene il cambiamento, prosegue il parroco, “si vede la sedimentazione all’interno dell’ampolla, ad occhio sembrerebbe terriccio con macchie scure e un membro di pelle che galleggia all’interno della soluzione. Rispetto al sangue di San Gennaro, che ha un colore molto scuro, il sangue di San Lorenzo ha un colore brillante rosso e si vede benissimo anche la componente grassa con questo velo giallo che rimane in superficie”. Il prodigio avviene in maniera spontanea senza alcun intervento: “Durante tutto l’anno l’ampolla è riposta in un altare laterale, solitamente chiuso, ma che si apre su richiesta di fedeli e pellegrini, mentre fino al 1970 era visibile solo con il permesso del vescovo, il giorno della festa. Dal 1970 invece, quando è stato realizzato il reliquiario, è visibile per l’appunto a richiesta e molti sono testimoni che durante l’anno il sangue resta in stato solido. Lo stesso vale anche con il caldo estivo”. Pe quanto riguarda la liquefazione ogni anno avviene in maniera diversa: “Non esiste un giorno preciso in cui si scioglie, anche se in genere tra il 9 e il 10 agosto la sostanza è completamente sciolta, però il processo può iniziare con una settimana di anticipo oppure solo qualche giorno. Ci sono state anche liquefazioni verificate nel 9 agosto pomeriggio, nel giro di un paio di ore o addirittura di qualche minuto. Anche il processo inverso della solidificazione può impiegare qualche giorno oppure è successo che già la sera del 10 agosto la sostanza si è scurita, raggrumata e solidificata. L’unica costante è che tutti gli anni tra il 9 e il 10 il sangue si scioglie completamente”.
Non si hanno notizie certe di come la reliquia sia arrivata ad Amaseno, ma, chiarisce il sacerdote, “molto probabilmente la spiegazione più plausibile è che sia stato un dono alla chiesa in occasione della sua consacrazione, al pari delle altre reliquie che sono menzionate in quell’atto”. L’ampolla che contiene questa sostanza non è ermeticamente chiusa: “Fino al 1954 era completamente aperta, chiusa semplicemente con un pezzo di stoffa. Abbiamo un verbale che nell’ottobre 1954 viene il vescovo a chiudere l’ampolla e a sigillarla e in quella occasione il sangue si sciolse mentre il vescovo la stava chiudendo”. Ma anche se l’ampolla è rotta nella parte alta e c’è lo scambio con l’aria esterna, “questo non ha mai provocato alterazioni della sostanza, né l’insorgere di muffe, né evaporazione della parte liquida. La sostanza si conserva così da secoli”.Oltre le liquefazioni ordinarie del 10 agosto “ci sono quelle straordinarie che avvengono in altri periodi dell’anno, ma sempre a legate a un evento che riguarda San Lorenzo. Nel Novecento ne abbiamo avuto 5 o 6, dal 2000 ad oggi solo 2”.
Nel 2001 ci fu un pellegrinaggio da San Lorenzello, un paesino in provincia di Benevento che porta proprio il nome del Santo: “I fedeli andavano ogni anno a Roma per venerare la tomba di San Lorenzo e un frate suggerì di venire qui dove custodivamo il sangue di San Lorenzo. Il 1° settembre 2001 sono venuti qui 3 pullman nel loro pellegrinaggio verso Roma e hanno avuto un grande dono: il sangue si è sciolto nel giro di qualche minuto, si è conservato sciolto fino alla sera. È facile immaginare la gioia di questi pellegrini, che poi sono andati a Roma. Al rientro si sono rifermati qui, il sangue era ancora sciolto. Dopo che sono andati via, il sangue si è raggrumato”. Un’altra liquefazione straordinaria c’è stata nel 2014: “Abbiamo portato la reliquia a Malta, dove sono molto devoti di San Lorenzo, nell’isola di Gozo c’è un paese che si chiama Saint Laurence, durante il tragitto in barca tra La Valletta e Gozo il sangue si è sciolto, era il 25 luglio”. In Italia negli anni Sessanta “la reliquia ha fatto pellegrinaggi a Firenze e a Milano: in entrambe le occasioni il sangue si è sciolto, come attestano dei verbali degli eventi. Nel 1966 è stata portata a Ferentino in occasione della visita di Paolo VI, pare che anche in quell’occasione il sangue si sia sciolto”.
Non sono riportati dei miracoli specifici legati alla liquefazione, ma nel libro dei verbali sono citate grazie di guarigione, risalenti agli anni Trenta o Quaranta del secolo scorso. “C’è devozione ma la comunità e il paese di Amaseno vivono questo prodigio come se San Lorenzo fosse un amico di famiglia che in quella occasione si fa presente.
Il prodigio del sangue di San Lorenzo è un segno bello che può aiutare nel cammino di fede,
ovviamente il prodigio non deve condizionare la nostra fede che è in Gesù Cristo morto e risorto – conclude don Cardarilli -. San Lorenzo è un testimone, un amico che ha vissuto il Vangelo e che ci sprona ogni anno a vivere la verità del Vangelo. Questo prodigio è come la pacca sulla spalla di un amico che ti fa sentire che c’è e che puoi contare su di lui”.