“In queste settimane le nostre Chiese sono impegnate nella progettazione del prossimo anno pastorale. Per questo, sentiamo di rivolgere una parola di gratitudine a tutti voi e alle vostre comunità che, nonostante le fatiche, riescono a far vedere il volto di una Chiesa madre che vive e testimonia la sua fecondità”. Lo scrive in una lettera indirizzata ai vescovi la Presidenza della Conferenza episcopale italiana: “Vorremmo esprimere questo sentimento di gratitudine con una carezza d’affetto verso i malati e quanti ancora soffrono per la pandemia; verso i medici e gli operatori sanitari, per la generosità nella cura e nell’assistenza alla persona; verso gli anziani, con l’invito a conservare e a raccontare la memoria del Paese; verso i poveri, con l’impegno a custodirli e curarli, non chiudendo gli occhi davanti alle vecchie e nuove marginalità; verso le famiglie, per la capacità di tenuta complessiva, messa a dura prova; verso i sacerdoti, come ringraziamento per il loro essere prossimi al Popolo di Dio; verso i catechisti, gli educatori, gli operatori pastorali, perché sono davvero maestri e testimoni; verso tutte le donne e gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché in questo tempo di difficoltà con le loro scelte consapevoli stanno costruendo il Paese del futuro. Non è tempo di inutili contrapposizioni, ma di dialogo aperto: in gioco c’è il futuro dei nostri ragazzi”. I vescovi, consci della situazione generale, invitano a vivere “la nostra fede come dono gratuito, che si esprime anche nei gesti e nelle celebrazioni, a partire dall’Eucaristia, evento di grazia che va colto nella sua importanza”.