Il Vangelo di questa Domenica ci parla del grande evento della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Giovanni inizia il suo racconto dicendo che “Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli”; il monte è il luogo dell’esperienza di Mosè con Dio, Gesù lo condivide con i suoi discepoli. L’evangelista afferma inoltre che era vicina la Pasqua, cioè la festa della memoria viva dell’esperienza di Dio che libera il popolo. La Pasqua è la festa del pasto comune, della comunità che rinasce. Questo brano evangelico è ricco di simboli che andrebbero tutti sottolineati: “Gesù, alzàti gli occhi, vide”. Se Gesù è salito sul monte, avrebbe dovuto abbassare gli occhi per vedere sotto di sé la folla che si accostava a Lui, e invece li alza: deve guardare oltre i discepoli, in un certo senso deve allargare il suo sguardo, guardare in alto per vedere la folla come la guarda Dio Padre. Gesù poi tenta in qualche modo Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Il Signore sa bene cosa sta per compiere, è un’opera che ha una logica nuova, radicalmente diversa da quella che muove l’agire umano. La risposta di Filippo, come a volte la nostra risposta, rimane totalmente all’interno della logica del “comprare”, in termini aritmetici ed economici: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Ed è qui che inizia il dinamismo dello stupore evangelico: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci”. Un ragazzo che “tira” per la tunica Andrea e gli mostra la sua “porzione di cena”. Una cena da condividere con una folla immensa e affamata. Giovanni riassume l’agire di Gesù in tre verbi: “prese, rese grazie e distribuì”; tre verbi che, se li incarniamo nella nostra vita quotidiana, possono fare di ogni vita un Vangelo: accogliere, rendere grazie, donare.
La Parola di Dio quando viene condivisa non può che diventare occasione di agape e di fraternità
che prendono corpo espressamente nella consumazione di un pasto insieme.
Non ci resta che entrare nel clima della carità, che davvero diventerà pietra fondamentale per la civiltà dell’amore, contro ogni intolleranza e spregio della dignità della persona umana.
Compassione, condivisione, Eucarestia è il cammino che Gesù ci indica, che ci porta ad affrontare con gli altri i bisogni di questo mondo, ma che ci conduce oltre la logica di questo mondo, perché ci insegna la logica che parte da Dio Padre.