“La trasparenza in sanità è fondamentale per garantire che interessi privati non prevalgano sul benessere e la salute dei cittadini”. Per questa ragione Transparency International Italia e React, assieme alle aziende sanitarie che partecipano al Forum per l’integrità in sanità, chiedono al Parlamento “di approvare quanto prima il cosiddetto Sunshine Act italiano, la proposta di legge attualmente ferma al Senato che renderebbe più trasparenti i rapporti tra le imprese produttrici, i professionisti e le aziende della sanità pubblica”.
“La sanità è uno dei settori più sensibili a corruzione e conflitti di interesse”. La mappatura di Transparency International Italia sul numero di casi di corruzione, riportati dalle principali testate giornalistiche nazionali nel 2020, mostra “come il settore della sanità si posizioni al secondo posto con 117 casi riscontrati, il 17,33% del totale”.
Secondo le rilevazioni di React – realizzate intervistando più di 4.000 dipendenti del settore sanitario -, “il 95% degli operatori ritiene infatti che la corruzione sia diffusa in Italia e più della metà dichiara che vi sia corruzione nel proprio ente”.
“La trasparenza di queste relazioni è fondamentale per permettere ai cittadini di conoscere la presenza e la portata dei trasferimenti di valore intercorrenti, per rendere medici, dirigenti e aziende sanitarie più responsabili verso i propri pazienti e per fornire uno strumento in più agli organi di controllo per prevenire e contrastare i conflitti di interesse in sanità”, ha dichiarato Giovanni Colombo, direttore di Transparency International Italia.
Lorenzo Segato, Amministratore di React, ribadisce: “Abbiamo la massima stima del sistema sanitario e del lavoro di tanti operatori onesti. Ma abbiamo assistito in passato a casi di medici che prescrivevano farmaci o dispositivi seguendo il proprio interesse – o quello delle aziende produttrici – piuttosto che quello dei pazienti. Aumentare la trasparenza non deve spaventare le aziende che vogliono operare correttamente nel mercato, anzi è uno strumento che può aiutare tutti a conoscere situazioni di potenziale conflitto di interessi”.