Lo stile della risposta del cardinale Gualtiero Bassetti nella lunga intervista a “la Repubblica” pubblicata oggi, 9 luglio, è quello di tutta l’interlocuzione della Conferenza episcopale italiana lungo le diverse fasi della lunga discussione del ddl Zan, che tutti ben sapevano si sarebbe decisa non alla Camera ma al Senato.
Uno stile rispettoso, dialogico e chiaro.
Caratteristiche proprie anche della nota della Santa Sede, che, lungi dal rappresentare una “ingerenza”, è ormai chiaro a tutti come abbia voluto essere un ulteriore contributo al dibattito.
Il presidente della Cei, intervistato dal quotidiano, ribadisce il rispetto e l’attenzione per le persone di diverso orientamento sessuale, come peraltro lo stesso papa Francesco ha più volte affermato. Ma ciò non toglie l’altrettanto ferma difesa di principi fondamentali di carattere anche costituzionale, come la libertà di educazione e quella di opinione.Questi, insieme all’affermazione ideologica del tema biopolitico del cosiddetto gender, sono i principali nodi su cui spuntano obiezioni sempre più trasversali al testo approdato al Senato.
Tutto qui, con la massima serenità. Ci sono ampi spazi e tempi sufficienti per soluzioni equilibrate e soprattutto condivise. La prudenza e la costruzione del consenso, virtù della politica, consigliano di non “buttare le cose in politica” ovvero di non preoccuparsi di presunti dividendi a breve.Ci sono temi, come questi, che non a caso gli stessi parlamentari affidano al voto segreto, che devono essere sottratti ai calcoli, agli slogan, agli influencer e alle influenze del momento. Perché riguardano il nostro futuro.