Giorgio Petrocchi (Tivoli, 1921- Roma, 1989) è stato uno dei più grandi esegeti di Dante. La sua edizione critica della Commedia dantesca, realizzata sulla base della tradizione manoscritta anteriore a Boccaccio, rimane un punto di riferimento essenziale per qualsiasi approfondimento sull’opera del Fiorentino. Ora la città di Tivoli, dove Petrocchi vide la luce cento anni fa, decide di rendere omaggio al grande filologo e storico della letteratura con un convegno che si terrà sabato 3 luglio nella corte di uno dei monumenti storici della città latina, la Rocca Pia, fatta costruire da papa Pio II Piccolomini nel 1461.
Petrocchi, chiamato tra l’altro dalla Rai a collaborare alla realizzazione della lettura integrale della Commedia, con attori del calibro di Giorgio Albertazzi, Gianfranco Sbragia, Enrico Maria Salerno, non si è interessato solo a Dante: lo studioso tiburtino, docente di Letteratura italiana prima a Messina e poi a Roma, socio dell’Accademia nazionale dei Lincei e redattore capo dell’Enciclopedia dantesca, ha approfondito l’ultima produzione di Torquato Tasso, con l’edizione critica del Mondo creato e l’identificazione di un nuovo manoscritto della Gerusalemme Liberata; suoi sono importanti studi che hanno percorso l’intero svolgersi della nostra letteratura, con i volumi sugli scrittori religiosi del Duecento e del Trecento e su san Francesco d’Assisi. Anche l’Ottocento è stato uno dei suoi campi d’indagine più fecondi per Petrocchi, che ha affrontato lo sviluppo del romanzo storico italiano in relazione ai contributi d’oltralpe, ma anche alle dinamiche storiche, sociali e politiche culminate con le due edizioni dei Promessi sposi di Manzoni.L’interesse soprattutto per quest’ultimo e per Dante può essere oggi spiegato non solo dall’indubbia statura e dal genio dei due autori, ma anche dalla loro capacità di emergere oltre qualsiasi tendenza critica e le inevitabili mode. Soprattutto dal loro immane sforzo di tenere insieme lucida coscienza del proprio tempo, e quindi consapevolezza storica e impegno politico, ma anche profonda religiosità, una religiosità capace di avvertire le ragioni del cuore e della comunità. Merito di Petrocchi è stato soprattutto quello di averci restituito autori fondamentali, non solo per la nostra letteratura, partendo da uno studio scientifico e filologico del testo, e non da presupposti ideologici e politici. In questo modo il suo sguardo sulla nostra letteratura rimane in tutta la sua complessità: in una temperie storico-culturale che va dal pieno degli anni Quaranta fino alle soglie quasi del nuovo millennio, dominata da punti di vista spesso angusti e unilaterali (lo strutturalismo, il marxismo, il formalismo, l’esistenzialismo) lo studioso tiburtino ha mostrato che la strada della storia della letteratura è fatta di conoscenza delle forme e insieme di quei contenuti in grado di travalicare le epoche e di assurgere a spirito del tempo senza essere completamente prigionieri di quello stesso tempo.
Il convegno inizierà alle ore 18 con i saluti del sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti. Dopo Rosa Mininno, consigliera del sindaco per la promozione della lettura e presidente della Scuola Italiana di biblioterapia, di Valeria Roggi del direttivo della Libera Università Igino Giordani e Fabrizio Pellegrini, presidente dell’Associazione Tivoli Emotions, associazioni che hanno collaborato all’organizzazione, parleranno lo storico della letteratura Marco Testi, la psichiatra Maria Antonietta Coccanari de’ Fornari, lo scrittore Gianni Andrei, e la stessa promotrice della giornata di studi, la psicoterapeuta Rosa Mininno.