Ddl Zan: lettera di 70 associazioni ai senatori, “no ad imporre scelte ideologiche con strumenti penali inconciliabili con valori costituzionali”

“No” alla pretesa di “imporre al popolo una scelta ideologica attraverso inediti strumenti penali e educativi, inconciliabili con prioritari valori costituzionali”. Ad affermarlo sono 70 associazioni in una lettera aperta ai senatori prima che il Senato voti per la calendarizzazione della discussione in Aula, a partire dal 13 luglio, dell’attuale testo del ddl Zan contro l’omotransfobia. Gli estensori della lettera evidenziano che l’art. 2 del ddl prevede, fra l’altro, nuovi reati con condanne fino a un anno e mezzo di reclusione per chi “istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” (art. 2, comma 1, lett. a). Ma se violenza, diffamazione, bullismo, mobbing, “sono già delitti – si chiedono le associazioni – che spazio penale avrà la nuova ‘istigazione ad atti di discriminazione’? Che confini potrà nei fatti avere il nuovo reato se sarà peraltro parametrato a nozioni totalmente soggettive come quelle gender? Confini indeterminati e indefiniti, incoerenti con il principio di tassatività dell’art. 25 della Costituzione e che si sovrapporranno, criminalizzandolo, al solo dissenso verso tale ideologia”. Evidente il contrasto con “il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” sancito dall’art. 21 della Costituzione. Non solo: in base all’art. 2, comma 1, lett. c, “ogni critica di merito su scopi associativi potrà tingersi di penale” restringendo “gravemente il diritto dei cittadini” di “associarsi liberamente” voluto dell’art. 18 della Costituzione. “L’intento etico-rieducativo sotteso alla scelta dello strumento penale” è “inequivoco all’art. 5”, si legge ancora nella lettera, ove tra le sanzioni previste in caso di condanna anche solo per “’istigazione alla discriminazione” (alias dissenso…)”, vi possa essere “l’inedito obbligo di prestare servizio nelle stesse associazioni Lgbt la cui filosofia non era stata condivisa”.

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