In America Latina, l’altra pandemia, che passa sotto un “silenzio complice”, sono la tossicodipendenza e altre forme di dipendenza, che in modo crescente coinvolgono soprattutto i giovani. La denuncia è arrivata ieri, nel corso di una tavola rotonda trasmessa in modalità virtuale, dalla “grande famiglia Hogar de Cristo” (rete di centri di prima accoglienza), dalla Caritas argentina e della Commissione nazionale per le dipendenze e tossicodipendenza della Conferenza episcopale argentina.
Quattordici anni fa, alla Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano di Aparecida, si levò l’allarme dei vescovi su questo flagello. Ma, da allora, ben poco è stato fatto a livello politico e sociale. Il rapporto “Droga e dipendenze: un ostacolo per lo sviluppo umano integrale. L’altra pandemia” è stato presentato ieri da mons. Jorge Eduardo Lozano, arcivescovo di san Juan de Cuyo e segretario generale del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), da Romina Santomingo e María Elena Acosta per gli Hogar de Cristo, da Beatriz Ballario, referente per le dipendenze di Caritas Argentina, da padre José María “Pepe” Di Paola, coordinatore della Commissione nazionale per le dipendenze e tossicodipendenza e presidente della Federazione degli “Hogar de Cristo, da padre Guillermo Torre, parroco di Cristo Obrero nel quartiere periferico di Buenos Aires intitolato a padre Mugica.
“Il problema della droga è come una macchia d’olio che invade tutto. Non riconosce confini, né geografici né umani. Attacca allo stesso modo Paesi ricchi e poveri, bambini, giovani, adulti e anziani, uomini e donne. La Chiesa non può rimanere indifferente a questo flagello che sta distruggendo l’umanità, soprattutto le nuove generazioni. Il suo lavoro è diretto soprattutto in tre direzioni: prevenzione, accompagnamento e sostegno alle politiche del Governo per reprimere questa pandemia”, si legge nel report.
Si tratta di “un terribile ostacolo per la realizzazione dello sviluppo umano integrale. Soprattutto dei più piccoli, dei più poveri”. Mons. Lozano ha insistito sul fatto che siamo di fronte a “una situazione che richiede qui in Argentina e nel continente una predisposizione da parte della Chiesa per poter servire, accompagnare ed esserci”. Per l’arcivescovo di San Juan de Cuyo, “droga e dipendenze sono una barriera molto importante per lo sviluppo integrale delle persone e delle comunità”.
Dagli operatori pastorali è giunto un ampio e vigoroso appello in vista dell’Assemblea ecclesiale indetta dal Celam, con l’invito a “tutti i settori e le istituzioni della comunità organizzata a essere coinvolti”, a partire da sindacati, aziende, parrocchie, movimenti sociali, scuole, università, organi legislativi, organizzazioni statali e della società civile, partiti politici.