49ª Settimana sociale: Gatti (Federcasse), “nelle università e nelle scuole informare sul Next Generation Eu”

“La progettazione è fondamentale, soprattutto quando si parla di Next Generation Eu”. Lo ribadisce Sergio Gatti, direttore generale Federcasse e vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, nell’ultimo video-approfondimento dedicato ai temi al centro della Settimana sociale di Taranto. “Occorre – spiega – chiamare allo stesso tavolo sia chi ha la responsabilità della visione politica, sia chi ha le competenze: bisogna cioè mettere a fattor comune, in maniera innovativa e coerente con le esigenze della contemporaneità, l’insegnamento di Giuseppe Toniolo, che è stato tra l’altro l’inventore delle Settimane sociali, per il quale era necessario avere una visione che è tipicamente politica, la competenza che è tipicamente tecnica (ma non solo) e la passione”.
Secondo Gatti, “mettendo insieme le persone e le istituzioni, in particolare quelle che organizzano la società civile, si può tentare di fare un grande salto, che non può essere delegato ai ministri, ai presidenti delle regioni, agli esperti”. “Costoro – aggiunge – possono essere i coordinatori e i gestori professionali, ma se non c’è una consapevolezza che il nostro stile di vita nell’informazione, nel consumo, nel risparmio e nell’investimento deve precedere a accompagnare questa rivoluzione, non riusciremo ad incidere e, come dice l’Instrumentum Laboris, a rendere tutto connesso: ambiente, lavoro e futuro”. Il direttore generale di Federcasse segnala che “sarebbe importante che nelle università e nelle scuole, soprattutto nelle ultime classi delle superiori, si affrontasse in maniera semplice ma rivoluzionaria l’informazione di base sul Next Generation Eu che è rivolto principalmente ai giovani”. Saranno loro, ricorda, “ad avvantaggiarsene o a restarne delusi, ma soprattutto a dover contribuire alla gestione”. Il debito che l’Unione europea assumerà per la prima volta, infatti, “verrà ripagato nell’arco di 30-35 anni, cioè quando i ventenni di oggi ne avranno 55: tutta la loro vita attiva sarà caratterizzata dunque dal successo, dal parziale successo o dall’insuccesso (che non sarà mai) di questa fase di progettazione”.

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