“La novità che ci è chiesta è di prendere atto che questo cambiamento d’epoca impone una svolta nella vita ordinaria della Chiesa, se questa vuole mettersi in ascolto della voce dello Spirito che parla attraverso la storia”. Lo ha detto stamani l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, all’assemblea del clero fiorentino che si è svolta in cattedrale, ricordando le parole del Papa nella stessa cattedrale di Firenze nel 2015 e l’inizio del cammino sinodale della Chiesa italiana. “Questo ascolto deve assumere la forma di un’accoglienza e un confronto tra noi e con il mondo – ha aggiunto il presule -, così che non ci sono più schemi pastorali che il passato ci consegna e che dobbiamo applicare, ma esperienze vive e reali da scambiarci e su cui mettere alla prova la nostra fedeltà a Dio e all’uomo”. Una prospettiva e modalità di “Chiesa in uscita” che “includa orizzonti universali, nazionali e locali, va da sé che essi non confliggono tra loro ma si sostengono l’un l’altro”. Essenziale diventa, secondo il cardinale, “da una parte la scelta della sinodalità come esperienza di ascolto dei fratelli sotto la luce dello Spirito e, dall’altra, la scelta della missionarietà come proiezione della Chiesa verso il mondo e gli interrogativi che le sue vicende pongono alla fede”. “Questa prospettiva pastorale si incarna poi concretamente in un momento della storia segnato ancora dalla pandemia da Covid-19 e dalle sue conseguenze sanitarie, psicologiche, sociali, economiche – ha aggiunto il card. Betori -. Ora che tutto lascia intendere che si possa avviare un superamento della fase più critica della pandemia e si possa far conto sull’avvio di una ripresa economica, occorre che come Chiesa sappiamo spenderci per portare speranza tra la gente e continuare a sostenere gesti di condivisione e carità”.