“Il crocifisso nelle aule scolastiche. Un dialogo per l’educazione nella libertà”. Si intitola così la riflessione di padre Federico Lombardi, ospitata nel numero 4.104 de La Civiltà Cattolica in uscita sabato. Il prossimo 6 luglio le Sezioni unite della Corte di Cassazione si pronunceranno sull’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche delle scuole pubbliche italiane. La questione, precisa Lombardi, “muove da un caso particolare” e “non va posta in termini generali di ‘sì o no al crocifisso’, quanto piuttosto di delicato bilanciamento fra i diversi aspetti della libertà religiosa”.
Il gesuita ricostruisce le fasi precedenti del dibattito sul tema, delineando quindi la posizione del noto giurista ebreo Joseph Weiler sulla tensione fra libertà religiosa “positiva” e “negativa”; sottolinea “il rapporto positivo tra il significato cristiano del crocifisso e i valori fondamentali della società italiana, al cui rispetto e alla cui assimilazione la scuola deve formare”, riconosciuto nelle motivazioni di alcune sentenze; si sofferma sull’ approccio dell’”accomodamento ragionevole” proposto da Marta Cartabia, e richiama alcune indicazioni dei Papi recenti. Quando molti credenti e non credenti propongono l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche e in altri luoghi pubblici, “non mirano oggi in alcun modo a un’imposizione contraria alla libertà di qualcuno – la conclusione di Lombardi – ma all’offerta, attraverso questo simbolo unico, di quanto di più profondo e prezioso possono dare per la costruzione insieme agli altri di una società fraterna e per l’educazione dei giovani a essa”.