“Più che segni da leggere, abbiamo bisogno di semi da piantare. Quando si solleverà la coltre di ansia e di paura, di rassegnazione e di rabbia, saremo come il contadino che, sul finire dell’inverno, apre lo scrigno che contiene i semi gelosamente custoditi per la semina di primavera”. Lo scrive il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, nella lettera pastorale “I semi del tempo. La parola di Dio nel cuore degli uomini” per l’anno 2021-2022.
A partire dal quarto capitolo del Vangelo di Marco con la parabola del seminatore, spiega una nota, mons. Brambilla propone a tutte le comunità della diocesi una meditazione sulla Parola e sulla sua forza irresistibile di trasformazione del cuore degli uomini. In un momento storico segnato dalla pandemia, più urgente della lettura dei “segni” dei tempi, diviene la capacità di piantare “semi” di futuro e di speranza. E questa “abbondante seminagione” cui sono chiamati fedeli e comunità è proprio quella del Vangelo. Un invito alla riscoperta dell’essenziale con al centro la Parola, dunque, che si connette e prosegue quello dell’anno scorso dedicato all’Eucaristia e che invita a proseguire il cammino a fare di questo tempo, un tempo di rinascita.
Il testo verrà presentato dallo stesso vescovo in anteprima ai sacerdoti e ai diaconi nel corso di un incontro in programma venerdì 25 giugno, dalle 20.45, al santuario di Boca. Come già avvenuto l’anno scorso, mons. Brambilla incontrerà poi fedeli e operatori pastorali delle comunità, in alcune serate dedicate alla lettera, che saranno calendarizzate nei diversi vicariati tra settembre e ottobre.