“La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti”. È quanto afferma la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità istituita dalla Nazioni Unite per il 17 giugno e dedicata quest’anno proprio al problema della carenza idrica.
“Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%. Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per assicurare l’alimentazione della popolazione”.
Non a caso i prezzi dei prodotti alimentari hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi dieci anni, trainati dalle quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali, secondo una analisi della Coldiretti diffusa in occasione dei dati Istat sull’inflazione a maggio sulla base dell’Indice Fao dei prezzi delle materie prime agricole dello stesso mese.
“Un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e non a caso inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “con i bacini potremmo arrivare a trattenere il 40-50% portando risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di triplicare le rese e combattere il dissesto idrogeologico”.
“Il progetto ideato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa depositi e prestiti con il coinvolgimento anche di Università – spiega la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviate e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali”.
L’idea è di “costruire” senza uso di cemento, conclude la Coldiretti, “per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.