Rifugiati: Cies, un percorso di inserimento lavorativo e sociale a partire dai sogni dei giovani migranti

Un percorso di inserimento lavorativo e sociale di rifugiati attraverso un approccio innovativo e originale che parte dai “saperi formali e informali” dei migranti e i loro sogni e desideri. Centinaia di ragazzi e ragazze sono stati formati e molti hanno trovato collocamento lavorativo in grandi aziende come Eataly, Fassi, Samas, Ginger. È quanto propone il Cies onlus (Centro informazione educazione allo sviluppo) per la Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno) attraverso Sofel, lo Spazio di orientamento alla formazione e al lavoro che ha come obiettivo promuovere spazi di inclusione socio-economica e percorsi individuali di inserimento lavorativo per giovani, con una specializzazione nel campo dei migranti forzati. Un luogo dove si possono mettere a fuoco le potenzialità e le vocazioni lavorative senza mai rinunciare ai sogni. Dal 2017 a oggi sono stati orientati 500 giovani in percorsi di inserimento lavorativo o di formazione di questi, circa il 20% nel settore ristorazione. Il 10%, al termine del percorso, ha ottenuto un contratto. Sofel ha collaborato con 60 aziende partner nei percorsi di tirocinio e inserimento lavorativo e anche nel 2020, in piena pandemia, ha realizzato 18 inserimenti lavorativi. In più, ha coinvolto 10 aziende in incontri di formazione in Diversity Management e sostenuto una dozzina di giovani in percorsi di avvio all’autoimpresa o allo start up d’impresa. Nove ragazzi con talenti sportivi sono stati selezionati per una squadra calcistica semiprofessionistica. “Sofel non è un ufficio di collocamento – dichiara Etta Melandri, presidente del Cies onlus -, è uno spazio collocato dentro al nostro ‘Centro giovani e Scuola d’arte Matemu’, che prende in carico a 360 gradi il ragazzo o la ragazza che si vuole avviare al lavoro, partendo dall’aiuto a recuperare fiducia in sé e mettere a fuoco le proprie potenzialità e le progettualità”. Si avvia un percorso formativo che vede il migrante accompagnato nelle sedi lavorative con un tutoraggio che instaura un colloquio stabile anche con i datori di lavoro che imparano a vedere questi nuovi cittadini come un prezioso patrimonio non da sfruttare ma da valorizzare. Orientamento, sviluppo delle competenze, empowerment, formazione professionale, efficaci collaborazioni con le aziende, ma soprattutto focus sulla persona, la sua storia, i suoi saperi formali e informali, i suoi desideri. Sono gli ingredienti con i quali il Cies presenta il suo servizio e festeggia la Giornata mondiale del rifugiato 2021 dedicata alla piena inclusione dei rifugiati in ogni ambito della società, dal lavoro allo studio allo sport. “C’è un tesoro nascosto nelle nostre società – conclude Melandri – che è il patrimonio migrante. È la chiave di volta non solo per un rilancio umanitario e il rispetto dei diritti, ma per la ripartenza della nostra stessa economia. Al di là del diritto, l’esperienza di questi anni a Sofel ci dice che smettere di sfruttare, legalizzare, regolarizzare e in modo particolare puntare sul migrante e le sua abilità, conviene, non è buonismo, fa bene a tutti, a cominciare dal mercato”. Info: www.cies.it.

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