Rinunciare al fondamentalismo e al fanatismo; emanare nuove leggi che garantiscano lo status personale e la libertà di coscienza e di culto; informare in maniera corretta ed equilibrata; promuovere una sana educazione spirituale nelle moschee e nelle chiese: sono questi i punti cardine su cui dovrebbe poggiare la convivenza così che “vivere in armonia” diventi “un comportamento naturale” per gli iracheni. A tratteggiarli è il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, in una nota diffusa oggi dai canali ufficiali del Patriarcato. Posizioni e dichiarazioni che ribadiscono quanto affermato da Papa Francesco durante il suo viaggio in Iraq lo scorso marzo. Per Mar Sako oggi gli iracheni “sono confusi. La mentalità delle quote, l’esclusione religiosa, settaria ed etnica e il caos politico hanno rovinato la loro patria, smantellato la loro società e messo a rischio il futuro della patria. Vogliono riguadagnare la convivenza perduta”. Per tornare ad una vera convivenza occorre dunque, “rinunciare al fondamentalismo che usa spesso la religione come copertura per interessi politici e finanziari. Il fondamentalismo è estraneo alla natura degli iracheni e della loro civiltà, caratterizzata dal pluralismo e dalla rispettosa accettazione dell’altro”. Opporsi al fondamentalismo con “un messaggio religioso tollerante”. Diventa prioritaria “una sana educazione spirituale nelle moschee e nelle chiese. I leader religiosi devono evidenziare la ricchezza della diversità nelle comunità, religiosamente, socialmente e culturalmente. Ci sono versetti della Bibbia e del Sacro Corano che supportano questa visione di convivenza, di tolleranza, amore e solidarietà”. Contestualmente, avverte Mar Sako, è necessaria “una riforma del diritto. C’è bisogno di emanare nuove leggi compatibili con la realtà religiosa, culturale, sociale ed economica della società contemporanea”. Infine i media: il card. Sako auspica che siano “responsabili ed equilibrati” e comunichino “informazioni corrette con alta professionalità”.