“Il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande d’Europa”. A denunciarlo è stato il Papa, al termine dell’Angelus di ieri, in cui ha citato la cerimonia di accoglienza, ad Augusta, del relitto della barca naufragata il 18 aprile 2015. “Questo simbolo di tante tragedie del Mar Mediterraneo continui a interpellare la coscienza di tutti e favorisca la crescita di un’umanità più solidale, che abbatta il muro dell’indifferenza”, l’appello di Francesco, che si è detto inoltre “particolarmente vicino alla popolazione della regione del Tigray, in Etiopia, colpita da una grave crisi umanitaria che espone i più poveri alla carestia”: “C’è oggi la carestia, c’è la fame lì. Preghiamo insieme affinché cessino immediatamente le violenze, sia garantita a tutti l’assistenza alimentare e sanitaria, e si ripristini al più presto l’armonia sociale”. Infine, il riferimento alla Giornata mondiale contro il lavoro minorile: “Non è possibile chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento dei bambini, privati del diritto di giocare, di studiare e di sognare. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro, i bambini oggi sfruttati per il lavoro sono oltre 150 milioni: una tragedia! 150 milioni: più o meno come tutti gli abitanti della Spagna, insieme alla Francia e insieme all’Italia. Questo succede oggi! Tanti bambini che soffrono questo: sfruttati per il lavoro minorile. Rinnoviamo tutti insieme lo sforzo per eliminare questa schiavitù dei nostri tempi”.