Sarà presentato in un webinar stasera, alle 17, il volume “Giovanni Paolo II e la Chiesa Cattolica in Unione Sovietica e nei Paesi sorti dalla sua dissoluzione. Nel centenario della nascita di Karol Wojtyla” (Gabrielli Editore, 2021, pp. 1212). Curato da Jan Mikrut, ordinario della Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana, il volume ripercorre il contributo di Papa Giovanni Paolo II alla rinascita del cattolicesimo, a 30 anni dall’Accordo di Belaveza che sanciva la dissoluzione dell’Urss. “La parabola dell’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche si chiuse trenta anni fa, aprendo una nuova era”, si legge in una nota della Gregoriana. “Nelle quindici Repubbliche sorte dalla sua dissoluzione – Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakhstan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan e Federazione Russa – la Chiesa cattolica nei suoi tre riti (latino, greco-cattolico, armeno) era stata portata sull’orlo dell’annientamento. La storia voltava pagina nel mezzo del pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005), che promosse un cammino di rinascita cattolica in questi Paesi anche grazie ai suoi viaggi apostolici, cinque dei quali nell’ex Urss: Repubbliche baltiche (1993), Georgia (1999), Ucraina (2001), Kazakhstan e Armenia (2001), Azerbaigian (2002)”. Dopo i saluti di p. Nuno da Silva Gonçalves, rettore della Pontificia Università Gregoriana, interverranno il card. Leonardo Sandri (prefetto della Congregazione per le Chiese orientali), il card. Sigitas Tamkevičius (arcivescovo emerito di Kaunas), l’arcivescovo metropolita Ioann (Roshchin) della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, nonché il curatore, Jan Mikrut, moderati dalla giornalista Angela Ambrogetti (direttrice di Aci Stampa).