Preoccupazione per le situazioni in molti Paesi del mondo in cui “la libertà di pensiero, coscienza e religione è gravemente minacciata e violata” e la richiesta di rafforzare il ruolo dell’inviato speciale dell’UE per la libertà di religione e di credo con “un sostegno istituzionale e finanziario”. È quanto scrive a nome dei vescovi dell’Unione Europea, il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, in una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a seguito della nomina di Christos Stylianides a “inviato speciale dell’UE per la promozione e la protezione dei Libertà di religione e credo al di fuori dell’Ue”. “La sua nomina a inviato speciale dell’UE darà voce a individui e comunità che non hanno voce, le cui libertà di pensiero, coscienza e religione sono violate e sono vittime di intolleranza, discriminazione e, in alcuni casi, anche persecuzione”, scrive il cardinale Hollerich. I vescovi della Comece riconoscono che dalla sua creazione nel maggio 2016, e nonostante il suo mandato e le sue risorse siano limitate, l’inviato speciale dell’UE per la libertà di religione o di credo ha svolto “un lavoro straordinario nell’affrontare situazioni difficili in molti paesi in cui la libertà di pensiero, coscienza e religione è gravemente minacciata o violata”. Proprio a questo proposito, il cardinale Hollerich sottolinea ora l’importanza di “rafforzare il meccanismo dell’UE dedicato alla promozione e alla tutela del diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione nei paesi terzi” e chiede alla presidente von der Leyen di sostenere questo meccanismo “con risorse umane e finanziarie ragionevoli e adeguate” che consentano all’Inviato speciale di portare avanti “la sua alta responsabilità con un mandato e una capacità più ambiziosi e definiti”, come d’altronde espresso dal Parlamento europeo nella risoluzione dello scorso gennaio. Il Presidente della Comece esprime la soddisfazione dei Vescovi anche per la nomina di Stylianides, il cui precedente impegno come Commissario per gli aiuti umanitari ha aperto “nuovo spazio per la cooperazione con le Chiese e le organizzazioni religiose nelle attività umanitarie e per il dialogo interreligioso, contribuendo ad una migliore protezione dei diritti umani e della comprensione reciproca nelle situazioni di conflitto”.