No a un’approvazione frettolosa della legge che introduce modifiche allo Statuto agrario. Lo chiede la Commissione di Pastorale sociale della Conferenza episcopale del Paraguay (Cep), unendosi alla richiesta già fatta dalle organizzazioni indigene e “campesine”. Il provvedimento, dopo essere stato approvato dalla Camera, è ora all’esame del Senato e, secondo il giudizio di chi lo critica, restringerà le possibilità per i piccoli proprietari di ottenere la restituzione delle loro terre.
“Lo Statuto agrario – si legge nella nota – è uno strumento giuridico che è stato il risultato di un lungo processo, che ha visto la partecipazione dei vari settori e attori sociali”. Di conseguenza, “l’introduzione di modifiche allo Statuto agrario e alle sue leggi di emendamento deve avvenire nel quadro di un processo aperto e ampio, con la partecipazione di tutti i settori interessati e degli attori sociali; soprattutto, una questione di tale portata va dibattuta con la popolazione soggetta alla riforma agraria”.
“L’approvazione di questo disegno di legge – secondo la Pastorale sociale – può avere gravi conseguenze sociali, quindi è conveniente e prudente che la Camera dei senatori analizzi attentamente le modifiche proposte dalla Camera dei deputati, tenendo conto delle osservazioni formulate dallo stesso Istituto nazionale per lo sviluppo rurale e della terra”, nonché “quanto affermato in vari pronunciamenti dei settori sociali interessati”.
La Pastorale sociale della Conferenza episcopale, dunque, “nell’adempimento della sua missione di accompagnare i più piccoli e vulnerabili della società, resta attenta al dibattito su questa legge ed è aperta a cooperare con tutti i settori interessati, nella ricerca di un consenso che permetta il raggiungimento del bene comune”.