Ieri, nel giorno della Festa nazionale argentina, il card. Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina, ha presieduto il solenne e tradizionale Te Deum in una cattedrale vuota per il secondo anno consecutivo. Collegato virtualmente anche il presidente della Repubblica Alberto Fernández. Il primate argentino ha sottolineato che “a volte si insinua l’idea di un doppio destino per gli argentini: fallito o riuscito”, connotato da “abbondanza per pochi o povertà per molti,” e, ancora, “esclusivo o inclusivo, di chiusura al mondo o apertura alla globalizzazione, con opportunità per tutti o solo per i privilegiati”.
Invece, ha proseguito il cardinale, “ascoltando il grido di libertà e indipendenza che percorre la nostra storia e ci raggiunge ogni volta che la celebriamo, diciamo che c’è un solo destino collettivo per il nostro popolo: fraterno, solidale, con istruzione, salute e giustizia, con pari opportunità di accesso alla terra, alloggio e lavoro, valorizzando e rispettando la vita di tutti”. Per il porporato, “se ci sarà la volontà di mettersi d’accordo nel dialogo, potremo restringere le differenze e saremo più vicini al raggiungimento di quel destino comune. Non mancheranno i valori culturali e la fede della maggioranza delle famiglie che scommettono sul futuro con speranza, anche in mezzo a privazioni e sacrifici estremi: questa è la ricchezza inestimabile che possediamo”.
Mentre il Paese si trova immerso nella seconda ondata del Covid-19 e in grave crisi economica, “rinnoviamo la nostra convinzione che il dialogo sia il modo per affrontare insieme, come comunità nazionale, questa difficile e impegnativa tappa”. Di fronte a questa situazione e “per il bene della Repubblica”, ha concluso l’arcivescovo, “vogliamo chiedere ai dirigenti di tutti i settori un’autentica capacità di leadership, per esercitare con nobiltà la loro vocazione politica, comunicando chiaramente la situazione in ogni momento, suscitando e incoraggiando l’impegno di tutti, tralasciando condanne e posizioni che promuovono risentimenti e divisioni”.