“Canali di migrazione sufficientemente sicuri, accessibili e regolari”: è la richiesta dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, che ha invitato il governo libico di unità nazionale e gli Stati membri e le istituzioni dell’Ue “a riformare con urgenza le politiche e pratiche di ricerca e salvataggio” perché quelle attuali “non danno priorità alla vita, alla sicurezza e ai diritti umani nei confronti di coloro che cercano di passare dall’Africa all’Europa”. Lo afferma in un report che invita alla salvaguardia delle vite nel Mediterraneo centrale, raccontando testimonianze drammatiche dei migranti che hanno compiuto la traversata e sono passati attraverso le carceri libiche. L’Onu esorta gli Stati membri dell’Ue a mostrare solidarietà “per garantire che i Paesi in prima linea, come Malta e Italia, non siano lasciati ad assumersi una responsabilità sproporzionata”. “Possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che nessuno debba sentirsi costretto a mettere le proprie famiglie su barche inadatte alla navigazione o rischiare la propria vita in cerca di sicurezza e dignità – ha detto Bachelet -. Ma la risposta non può essere semplicemente impedire le partenze dalla Libia o rendere i viaggi più disperati e pericolosi”. Secondo l’Onu tra gennaio 2019 e dicembre 2020 almeno 2.239 migranti sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale, passando dalla Libia fino a Malta o all’Italia. Oltre 500 persone sono morte nei primi mesi di quest’anno.