“Se qualcuno oggi mi chiedesse: ‘Di cosa la nostra Chiesa e anche la nostra società hanno urgente bisogno?’. Risponderei, senza esitazione, di riconciliazione”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella sua introduzione alla 74ª Assemblea generale della Cei, in corso all’Hotel Ergife di Roma fino al 27 maggio. In primo luogo, per il cardinale, serve “una riconciliazione ecclesiale”: “Nella scena della Pentecoste – ha spiegato – le donne e gli uomini riconciliati sono il riflesso migliore della grazia del Risorto che si espande: le inimicizie e i sospetti non sono dimenticati, ma sono vinti dall’esperienza di un amore più grande. Le pagine successive di Atti ci raccontano di diversità di vedute: ma la vita interiore dei protagonisti sarà così forte che si potrà sempre trovare uno spazio di dialogo, di negoziato e di crescita insieme”. “O la nostra Chiesa di domani sarà mistica o non sarà; o sarà aperta al dialogo o non sarà; o sarà maestra di vita spirituale o non sarà; o sarà formatrice di coscienze o non sarà”, la tesi di Bassetti. “Non si tratta di elaborare e poi offrire un pensiero unico”, ha precisato il cardinale: “Papa Francesco ci sprona a guardare in faccia la realtà e a trovare soluzioni praticabili insieme, suggerendo il modello del poliedro”. In secondo luogo, serve la “riconciliazione con il mondo”, che sul modello di Pentecoste “è sinonimo di empatia”. “Già il Concilio aveva definitivamente mutato l’atteggiamento della Chiesa verso la modernità: non più il sospetto o il rifiuto, ma il dialogo e la profezia”, ha fatto notare il presidente della Cei: “È tempo di dare seguito a quel processo di confronto fiducioso e intelligente con la società. Mentre emergono qua e là estremismi, che usano la violenza per affermare le proprie idee, la comunità ecclesiale, tutta intera, porta il contributo costruttivo della mediazione e della pace, della razionalità e della carità, costruendo ponti di comprensione con tutti e prendendo sul serio le domande antropologiche fondamentali”.