Oltre 9mila ministri straordinari dell’Eucarestia, 8.500 dei quali laici. Due terzi sono donne. La maggior parte ultra 50enni. Svolgono il loro delicato compito nelle 1.100 parrocchie della diocesi di Milano, negli ospedali e nelle Rsa, coadiuvando i sacerdoti per portare la Comunione a casa delle persone ammalate o anziane impossibilitate a uscire di casa. Inoltre fanno servizio durante le messe festive e feriali. Oggi l’arcivescovo mons. Mario Delpini ne incontrerà una folta rappresentanza (ore 15) nel duomo di Milano. L’appuntamento – dal titolo “Lo riconobbero allo spezzare del Pane” – è inteso come un’occasione “per trovare nella parola del vescovo una rimotivazione per chi si è reso disponibile e anche l’opportunità per esprimere loro la gratitudine della comunità diocesana”.
Fede e umanità. “È una bella esperienza umana e di condivisione nella fede”, spiega al Sir Lucia Bassoni, classe 1944, medico in pensione. Anche il marito, Ambrogio, 81 anni, è tra i ministri straordinari della diocesi. “La pandemia ha certamente reso più difficile ogni cosa. Prima siamo rimasti chiusi in casa, poi, per ragioni precauzionali, non è stato possibile, per diversi mesi, raggiungere a casa gli ammalati”, spiega Lucia. “Abbiamo dunque scelto di sentire le persone mediante il telefono, mentre a casa i nostri ammalati hanno partecipato alle liturgie parrocchiali grazie allo streaming”. Ma anche adesso, con una situazione che appare meno problematica, rimangono le resistenze delle famiglie, le quali temono che le visite possano portare il Covid in casa.
Discrezione, preghiera. Lucia Bassoni racconta di un impegno che dura da anni, svolto in collaborazione con il parroco e altri ministri. “Come coppia, sposati dal 1969, abbiamo condiviso vita e fede cristiana. E anche il compito di ministri dell’Eucarestia è vissuto così. Di recente – confida – abbiamo accompagnato una persona molto giovane, malata terminale, fino al giorno in cui si è incamminata verso il Signore”. Espressioni delicate, che lasciano intendere grande discrezione e una preghiera che accosta e dà senso anche a questo ruolo.
Il rosario di Lourdes. “Certo, oggi è molto più difficile che in passato raggiungere le persone a casa per via del Covid”, spiega Luigi Panigada, anch’egli tra i ministri ambrosiani. “Di solito portavo la Comunione, la domenica mattina, all’uscita dalla messa. Ora occorre essere molto prudenti. È bello, quando si entra nelle case, sapere che il Signore è atteso. L’ammalato in genere ha già seguito la messa in televisione, ha pregato… E poi si prega insieme, in momenti di grande raccoglimento. Leggiamo il vangelo della domenica”. Minuti intensi. Infine “due chiacchiere in amicizia, perché con anziani e ammalati è sempre bello soffermarsi un poco per scambiare opinioni”, per qualche aggiornamento sulla vita della parrocchia o della città. “Un appuntamento fisso per quasi tutte le persone che andiamo a trovare a casa è il rosario trasmesso dalla grotta di Lourdes da Tv2000”.
Percorso di preparazione. Nei mesi del lockdown siete riusciti a restare in contatto? “Certamente. Con qualche telefonata, gli auguri per le feste, un reciproco ricordo nella preghiera. È un’esperienza molto arricchente – aggiunge Luigi – anche per i ministri straordinari”. In duomo oggi ne arriveranno di giovani (oltre 250 hanno meno di quarant’anni) e meno giovani. In genere seguono un percorso di preparazione, poi, su mandato del vescovo, svolgono servizio nelle rispettive comunità, sia in chiesa sia portando l’Eucarestia al domicilio di chi non può raggiungere la messa. L’incontro odierno viene trasmesso in diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre) e www.chiesadimilano.it.