“Accogliamo favorevolmente la notizia di un cessate il fuoco. L’attenzione deve ora concentrarsi sulla fornitura immediata dell’assistenza necessaria ai bambini e alle loro famiglie. Tutte le parti devono consentire l’accesso illimitato agli operatori umanitari per raggiungere in sicurezza i più piccoli con supporti salvavita, nonché l’ingresso senza ostacoli di medicinali, forniture essenziali tra cui acqua pulita e carburante”. Lo dichiara Jason Lee, direttore nei Territori palestinesi occupati per Save the Children.
Dopo 11 giorni di violenza che si sono conclusi con il cessate il fuoco, i bambini di Gaza – rileva l’Organizzazione – soffrono di paura e ansia, mancanza di sonno e mostrano segni preoccupanti di angoscia, come il costante tremore e l’enuresi notturna. Per queste ragioni Save the Children, lancia l’allarme sulla salute mentale che i bambini palestinesi e israeliani dovranno affrontare negli anni a venire. Almeno 65 bambini palestinesi a Gaza e due bambini israeliani sarebbero stati uccisi tra il 10 maggio, quando è iniziata l’escalation, e il cessate il fuoco. Cinquantuno scuole a Gaza sono state danneggiate da attacchi aerei e tre in Israele. Le scuole in entrambi i territori sono chiuse a causa degli attacchi aerei delle forze israeliane e dei razzi lanciati da Gaza, e migliaia di bambini e le loro famiglie a Gaza sono stati sfollati. “I bambini che vivono in una paura costante della violenza – sottolinea Save the Children – possono soffrire di ansie continue e di lunga durata e sviluppare risposte fisiologiche allo stress che possono durare nel tempo, ha sottolineato Save the Children”.
Per Luma Tarazi, consulente per la salute mentale e il supporto psicosociale di Save the Children nei Territori palestinesi occupati, “a causa dell’eccessiva stimolazione del sistema nervoso”, i corpi dei bambini “non riescono a calmarsi. Anche quando le violenze finiscono, i bambini non sono in grado di rilassarsi o dormire, invece rimangono preda dell’angoscia. Ci aspettiamo, purtroppo, che questo tributo emotivo impedisca loro di giocare, rilassarsi, concentrarsi a scuola. Il loro recupero richiederà molto tempo”. “Con il giusto supporto, in generale, la maggior parte dei bambini e degli adulti sarà in grado di farcela”, ha evidenziato Tarazi, aggiungendo che “in una situazione estrema come questa, senza cure specialistiche molti bambini non saranno in grado di far fronte alla situazione, soprattutto perché la paura della violenza è diventata il modo con cui leggono il mondo”.