“In seguito al comunicato stampa del ministero della Salute sul protocollo sottoscritto con l’Arma dei Carabinieri per censire le Residenze per anziani, esprimiamo preoccupazione e forti perplessità. Attendiamo di leggere il protocollo prima di entrare pienamente nel merito, ma al momento non comprendiamo motivazioni e finalità della scelta di far intervenire l’Arma dei Carabinieri per censire tali realtà”, afferma la portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, Claudia Fiaschi.
“Oggi la stima degli anziani che vivono in strutture residenziali è di circa 300mila persone – dichiara Roberto Speziale, coordinatore della consulta Welfare –. Inoltre ci sono le strutture in cui vivono le persone con disabilità e quelle con disturbi psichiatrici. Tra queste rientrano anche quelle nate grazie alla legge 112/2016 cosiddetta del ‘durante e dopo di noi’. Siamo consapevoli che possa esserci un problema di censimento di queste realtà, ma rivolgersi all’Arma non ci sembra la scelta più indicata”. Perplessità anche dalla “durata del protocollo (tre anni) quando, se l’obiettivo come sembra è quello del censimento, sarebbero bastati tre mesi”. In questo modo, secondo Speziale, si rischia di “criminalizzare queste strutture, che certamente vanno ripensate, anche alla luce delle esperienze legate alla pandemia, ma piuttosto per portare ordine normativo e mettere le realtà che lo necessitassero in condizione di adeguarsi a nuovi e più idonei standard organizzativi. Il tutto per poter continuare a svolgere al meglio il proprio importante ruolo all’interno di un sistema integrato di servizi di qualità che garantiscano centralità della persona, dignità e qualità di vita.”
“Allo stesso tempo – prosegue Fiaschi – è certamente importante rafforzare le attività di assistenza domiciliare purché siano di qualità, e supportate da servizi e risorse adeguate, tenendo anche in debito conto le esigenze di coloro che a vario titolo se ne prendono cura e carico, a partire dai caregiver”. Di qui la richiesta al ministro Speranza di “chiarire le finalità di questo accordo” e la garanzia di “piena disponibilità a collaborare ad un censimento delle strutture residenziali ed a concorrere al miglioramento dei servizi residenziali così come di quelli legati all’assistenza domiciliare”.