Il G20 istituisca una task force per riunire tutti i Paesi con capacità di produzione di vaccini, l’Oms, i partner Act-Accelerator e le istituzioni finanziarie internazionali, assieme alle aziende farmaceutiche e ad altri stakeholder chiave, per “affrontare un’equa distribuzione globale utilizzando la struttura Covax”. Questa la richiesta di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, intervenuto al Global Health Summit per chiedere che tutte le iniziative nate a ogni livello per gestire pandemia e vaccini abbiano una leadership coordinata. “Sono pronto a mobilitare l’intero sistema delle Nazioni Unite per sostenere questo sforzo”, ha promesso. Guterrez ha anche chiesto ai Paesi del G20 di contribuire al Covax che “dovrebbe aver erogato 170 milioni di dosi in tutto il mondo, invece è a 65 milioni”. Il segretario generale ha poi chiesto “un impegno politico al più alto livello” per prepararsi ad affrontare future crisi sanitarie: servono per questo copertura sanitaria universale e robusti sistemi di assistenza sanitaria di base. Il segretario generale dell’Onu è stato il primo dei tanti interventi previsti in questo pomeriggio di Summit, aperto dal presidente del governo Mario Draghi, che presiede il G20 e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“Oggi apriamo un nuovo capitolo nella storia della salute globale”, ha detto von der Leyen, nel segno dell’unità, per “mettere fine a questa pandemia e garantire che sia l’ultima a livello globale”. Anche perché il divario tra Paesi ricchi e poveri è diventato “troppo ampio”, ora anche in termini di vaccini: lo dimostra il fatto che l’Africa oggi importa oltre il 99% dei suoi vaccini. Il presidente Draghi ha sottolineato come metà della produzione europea di vaccini sia andata a quasi 90 Paesi a medio e basso reddito: “Tutti i Paesi devono fare altrettanto”, ha chiesto, annunciando che, oltre agli 85 milioni di euro già destinati al Covax, l’Italia è pronta a darne altri 300 milioni per i vaccini ai Paesi a medio e basso reddito. L’Italia è pronta a sostenere la rinuncia al brevetto, ha aggiunto, nella misura in cui è limitata temporalmente e non impedisce alle compagnie farmaceutiche di progredire nella ricerca. Ma bisogna sostenere la capacità produttiva dei vaccini nei Paesi a basso e medio reddito: le disuguaglianze vaccinali hanno già portato ad ancora più profonde disuguaglianze di reddito”.